«L’Eredità» a quota 1.500 puntate. Conti: viva la ghigliottina

I numeri non mentono: sette edizioni, vette di share del 32 per cento, millecinquecento puntate da festeggiare (domani). Si avvicendano conduttori, vallette e autori, ma il successo dell’Eredità, dal lunedì al venerdì alle 18.50 su Raiuno, resta immutabile. «Funzionano sia il pilota sia l’automobile», riassume Carlo Conti che nel 2006 ha «ereditato», appunto, il timone del gioco da Amadeus portando con sé una squadra d’autori tutta nuova (tra i quali se stesso). «Nelle ultime tre edizioni abbiamo cambiato cinque giochi su sei, ci siamo rinnovati introducendo il Domino o il Cos’è, ma l’impianto del programma è vincente e non stanca». Le innovazioni non riguardano solo i giochi. Dal debutto nel 2002 a oggi, i sette concorrenti sono diventati sei e le vallette hanno subito un’evidente metamorfosi. Una volta c’erano le sexy ereditiere capitanate dalla «regina della scossa elettrica» Giovanna Civitillo, molto vicine nella (bella) forma decorativa alle «letterine» di Passaparola di Gerry Scotti su Canale 5. Adesso sfilano quattro «professoresse» in elegante tailleur: Sara Facciolini, Roberta Morise, Elena Ossola e Angela Tuccia. «Non sono soltanto più vestite - spiega Conti -, hanno conquistato anche un ruolo in commedia, e cioè approfondiscono ogni risposta, senza sfoggiare troppo nozionismo. Il segreto dell’Eredità è proprio questo, i concorrenti non si limitano a fornire la risposta esatta ma risolvono gli enigmi in un crescendo di pathos. E così si passa dall’atmosfera un po’ goliardica delle prime fasi al dramma della Ghigliottina che, come dice la parola stessa, decapita il montepremi». Si tratta del gioco finale, quello che precede il Tg e che Conti definisce «il vero fenomeno». «La gente - dice il conduttore - mi ferma per la strada per commentare la competizione della sera prima. Ricevo montagne di lettere dai fan. Siamo seguiti anche all’estero, ci sono persone che imparano meglio l’italiano grazie ai nostri botta e risposta». La vincita più sostanziosa risale al settembre 2007, quando un quarantunenne napoletano individuò la parola celata dai quattro indizi della Ghigliottina, guadagnando 140mila euro. E, complici i sempre ottimi ascolti, allora si ipotizzò un trasferimento del programma in prima serata. Ma, a parte qualche «speciale», non se n’è mai fatto nulla: «Non credo che succederà - dice Conti -. Entrare nelle case all’ora di cena significa diventare un po’ di famiglia, per questo il preserale è la mia fascia preferita, dai tempi di In bocca al lupo». Eppure Conti quest’anno ha ottenuto grandi risultati anche dopo cena, con il suo varietà alla riscoperta delle vecchie glorie, I migliori anni.

«Sono già due anni che dico “questo è un anno da incorniciare”. Ora mi sto preparando a condurre da Rimini lo show della notte di capodanno su Raiuno. A gennaio tornerò con L’Eredità. E poi, speriamo bene per la prossima stagione, ma come dice il proverbio non c’è due senza tre».

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