(...)Pensa, insomma,di rappresentare la «volontà generale» in nome della quale si possono tranquillamente sacrificare i diritti e le aspirazioni delle minoranze. Infatti questo «richiede a tutti noi di cambiare abitudini», perché dobbiamo «tutti» adattarci a quelle nuove imposte da una minoranza saggia e illuminata. Eppure non mi risulta che l'ex sindaco di Londra Ken Livingstone, che pure era soprannominato «il rosso», abbia fatto discorsi altrettanto ideologici quanto adottò la salatissima «congestion charge» per limitare l'ingresso delle macchine in città. Siamo alle solite: la sinistra vuole imporci comportamenti nuovi, cambiarci la vita . Ma il fatto è che anche con il referendum «ambientalista», fondato sul pregiudizio che a inquinare è solo l'automobile, non è stato chiesto di imporre stravolgimenti esistenziali, ma semplicemente «l'estensione a tutti gli autoveicoli fino alle cerchia ferroviaria del sistema di accesso a pagamento». Cioè di allargare l'Ecopass fino alla circonvallazione esterna: niente diversi modi di vivere, niente prediche, niente «uomo nuovo» di leninista memoria. E invece questi cosa ci combinano? L'Area C fino alla cerchia dei Bastioni. Ma, aggiunge il sindaco, «si tratta del primo passo (ahi!) per rendere concreta la volontà espressa dal 79% dei milanesi che hanno votato Sì al referendum». E questa è una solenne fandonia. Pisapia sa benissimo che a quel quesito hanno risposto il 49% degli elettori (un normale referendum abrogativo nazionale non sarebbe stato valido) e di questi il 79% ha messo la croce sul Sì. A conti fatti, quindi, meno del 39% degli elettori, poco più di un terzo: una secca minoranza. Eppure al sindaco sembra sufficiente per chiedere a tutti i milanesi di «cambiare abitudini».
Ma questa giunta, fondata sulla retorica dell'ascolto ha sempre la scusa pronta: «abbiamo ascoltato i milanesi attraverso 77 incontri con oltre 90 associazioni».
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