Roma È all’insegna del «grottesco» il mattino del Cavaliere. Nel senso che utilizza due volte, nel giro di pochi minuti, lo stesso aggettivo. Sia per commentare l’ipotesi che il suo nome figuri nella lista di chi viene indagato dalla Procura di Trani, sia per bollare l’«ammucchiata» che ha sfilato ieri pomeriggio a Piazza del Popolo per denunciare la «perdita della libertà». Non attacca i magistrati, nel primo caso, ma ribadisce il suo forte disappunto, diciamo così, sulle modalità con cui si impostano alcuni talk-show in casa Rai. A partire da Annozero, è evidente, anche se Silvio Berlusconi preferisce non citare la trasmissione di Michele Santoro. Così, chiamato a commentare le indiscrezioni delle ultime ore, pubblicate dal Fatto, il premier derubrica la questione: «Mi occupo di cose serie, non ridicole e addirittura grottesche».
Invece, «per quanto concerne la Rai», aggiunge, durante un collegamento telefonico con il Tg4, «ho sempre ritenuto inaccettabile, come lo ritengono tutti coloro che hanno buon senso, che si sottopongano a processi in tv persone che sono già sotto processo davanti ai giudici, accusandoli di tutto, con ferocia, e senza dar loro la possibilità di difendersi». Ecco perché «ho sempre chiesto, a destra e a manca, che si facessero esposti in tal senso, all’Autorità apposita per le comunicazioni», l’Agcom, «perché assumesse gli appositi provvedimenti».
Si passa alla manifestazione del centrosinistra, andata in scena nella capitale. «Io rispetto le manifestazioni di piazza, che sono un’espressione incontestabile di democrazia», è la premessa che il capo del governo affida ad Emilio Fede. Ma nel caso specifico, siamo «davvero» dinanzi ad «un aggregato stravagante e contraddittorio. Con il solito Di Pietro, ormai leader incontrastato della sinistra, che ha ammanettato insieme l’estrema sinistra, il Partito democratico di Bersani, il Popolo viola e i nuovi giustizialisti della Bonino». Anche per questo «è grottesco che sia questa ammucchiata a manifestare per la perdita della libertà, quando è proprio a noi, che amiamo la libertà nel nome e nel sangue, che si cerca di togliere la libertà di voto e financo la libertà di parlare al telefono».
Dal capitolo intercettazioni alla chiamata alle urne. «Stiamo attendendo il responso del Consiglio di Stato per quanto riguarda Roma», spiega Berlusconi - prima di aver dovuto incassare l’ennesimo «no» alla lista del Pdl - convinto che a Milano, invece, «si è chiarito che la nostra situazione era assolutamente legittima e regolare». In ogni caso, ricorda, «c’è un’altra cosa che è stata chiarita definitivamente». Cioè: «I nostri delegati non hanno avuto nessuna responsabilità, nessuna colpa che possa essere loro attribuita. Invece, i magistrati degli uffici circoscrizionali hanno violato la legge elettorale e si sono comportati in modo ostile e punitivo nei confronti dei nostri delegati, impedendo loro di presentare le liste. Spero che questo sia chiaro a tutti, soprattutto ai nostri elettori». E poi, «deve essere chiaro che a 15 giorni dalla data delle elezioni, questa magistratura sta intervenendo gettando fango su di noi e dettando a suo modo i tempi e i temi della campagna elettorale. Questo credo che in una democrazia sia davvero inaccettabile».
Rientrato ad Arcore ad ora di pranzo, volando su un vettore diverso da quello già pronto all’aeroporto di Ciampino, per via dell’allarme bomba poi rivelatosi falso, il premier ne approfitta per collegarsi telefonicamente pure con lo Spazio Oberdan di Milano, dove si è svolto il convegno Obiettivo 2011: il volontariato si fa strada in Europa, promosso da Licia Ronzulli, europarlamentare del gruppo Ppe-Pdl. L’occasione giusta per cambiare prospettiva. «Sono convinto che siete voi volontari la parte più generosa del nostro Paese, che aiuta un’altra Italia a guardare avanti - attacca il Cavaliere - siete l’Italia che dà l’esempio, che ha voglia di costruire una società migliore, dove non c’è spazio per l’invidia sociale e per l’odio, dove si dicono parole che incoraggiano e non parole che insultano, cosa che purtroppo succede troppo spesso». Per il leader del Pdl, «i volontari italiani sono un grande esempio di libertà, democrazia e comunità». Tanto da esortarli ad essere «orgogliosi» del loro impegno nei vari scenari d’azione. Un esempio? L’azione solidale svolta in Abruzzo, «dove sono arrivati migliaia di volontari da tutta Italia che ci hanno dato veramente una grande mano per aiutare chi aveva perso la casa, ogni speranza per il futuro».
Speranza che bisogna rivolgere anche verso il fronte mediorientale. Tema affrontato dal presidente del Consiglio durante un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
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