Franco Ordine
Una sfida dopo laltra, un record dopo laltro. È il fuoco che alimenta le imprese uniche delle grandi armate calcistiche. Perciò la nuova Inter, più del duello a distanza con la Roma, sembra attratta fatalmente dalloccasione di mettere in fila unaltra perfomance. Nelloccasione, persa a Monaco col pareggio la possibilità di allungare la striscia dei successi consecutivi, cè davanti agli occhi di Mancini lopportunità di mettersi al fianco di Helenio Herrera e Giovanni Trapattoni. Che sono, non a caso, i due grandi eroi della panchina interista, coloro i quali possono vantare il mito e la leggenda di un ciclo euro-mondiale e il risultato epico della conquista, sul campo, dello scudetto dei record, 58 punti ed un calcio mai visto, spettacolare oltre che efficace. Il terzo della serie strepitosa (otto vittorie di fila) è Tony Cargnelli, epoca pre-bellica, ma nessuno dei contemporanei tifosi della Beneamata ne ricorda la sagoma. Roberto Mancini detto «il mancio» e non più «ciuffettino» come a Firenze, può sedersi al fianco dei due illustri predecessori. Non si tratta di un banale dato statistico. Forse, nel risvolto psicologico oltre che tecnico, cè una suggestione in più: lannuncio di un cambio della guardia nellalmanacco della società.
«Per essere allaltezza del compito dobbiamo tirar fuori una prova praticamente perfetta» spiega e racconta il tecnico che di questi tempi, nonostante il tormentone del contratto (rinnovo sì ma su quali basi) sembra governare sullo spogliatoio e sulle scelte tecniche con grande sicurezza. Non se la passa benissimo neanche lui, come succede per esempio al dirimpettaio Ancelotti. Perché alle squalifiche di Maicon e Vieira, bisogna qui aggiungere limpossibilità di recuperare Figo (rimasto fuori dai ranghi e quindi non convocato a causa dei soliti problemi al ginocchio). Di qui lesigenza di trascinare in panchina anche Adriano appena rimesso in sesto dai medici. «Il mal di schiena è passato, deve stringere i denti» è il suggerimento passato dallallenatore che può mettersi allocchiello anche il fiorellino del recupero, psicologico, dellex imperatore. Con lui, sempre in panchina, può sedersi Alvaro Recoba «che ha nelle gambe benzina per 45 minuti», il giudizio di Mancini è una specie di aggiornamento sul conto del famoso Alvaro che gode da sempre di particolare benevolenza presso gli uffici di Massimo Moratti. In dubbio anche Stankovic: non dovesse farcela, al suo posto entrerebbe Maxwell in mediana con Solari tre-quartista, come a Palermo. Il ballottaggio sarà risolto solo allultimo momento.
Un record dopo laltro. LEmpoli, daccordo, non è un granché ma con la miglior difesa del campionato e guidata da quel volpone di Cagni («è un perfezionista della tattica») può sempre mettere a rischio lottava perla. Che serve, lo ripetono tutti gli interisti intervenuti sullargomento, non per tenere a distanza la Roma ma per raggiungere il record che fu di Herrera e del Trap.
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