L’Inter perde il passo tradita dalle punte

nostro inviato a Siena
La favola della volpe e l’uva finisce con Moggi che si mangia l’uva e Mancini che continua a sognarla. Dopo tante chiacchiere è arrivata la resa dei punti: ovvero due punti in più alla Juve e due in meno all’Inter. Esattamente il contrario di quanto si aspettava l’allenatore dell’Inter: come mago non è granché. E l’Inter che, a detta degli istituti di ricerca calcistici, ha chiuso il 2005 con la media punti più alta al mondo, sconfessa tutto e tutti, raccattandone solo uno. Uno dei tanti che aumenterà i rimpianti delle occasioni perdute. Pareggio che sembra una resa. Pronti via: la Juve insiste, l’Inter desiste. Come pensarla diversamente? Ieri la gente nerazzurra è stata tradita dalle punte e dalla loro mira sbilenca. Stavolta frenata dalla Juve bis del campionato. Sarà solo un caso? Juve bis perché a Siena, tra ex (Tudor, Legrottaglie, Bachini ecc.) e giocatori ancora dipendenti (il portiere Mirante su tutti), il conto porta a 11 persone, compresi tecnico in seconda (Conte), preparatore atletico (Ventrone) e dirigenti (Osti e Perinetti). Aggiungete il colore delle maglie e la stregoneria è completa.
Ma l’Inter è campione del mondo del «fai da te», nel senso del farsi male. Troppi rullii di tamburi hanno accompagnato la trasferta di Siena: Adriano e Martins, all’inseguimento del centesimo gol della loro vita milanese, si sono impantanati tra impotenza e sgorbi. Stankovic si è mangiato gol ed ha scoperto la bravura di Mirante Antonio, portiere classe ’83 fra i più bucati della serie A: non certo per colpe proprie. L’anno scorso giocava nel Crotone, quest’anno sta tenendo in piedi la difesa del Siena andando a pescare palloni come quello che gli ha inviato Stankovic, che sbucano da lontano tra gambe e ombre. Siluri che il ragazzino sa anestetizzare con bel colpo d’occhio e colpo di reni. Chissà mai: un futuro Buffon? Intanto la Juve lo tiene sotto controllo e se vincerà lo scudetto dovrà recapitargli un cadeau: a Torino sbagliò l’uscita che permise di segnare a Trezeguet, ieri ha provato lo stesso errore davanti a Martins ad inizio partita, ma il nigeriano non ha alcuna parentela con il falco francese. E si vede. Poi si è riscattato, negando a tutti altra illusione e trovando migliori alleati nelle punte avversarie più che nella sua difesa, passata al meno rischioso schema a quattro.
In tutto questo va aggiunta la strana partita dell’Inter: sapeva di dover vincere ad ogni costo? Bene, è partita come un ragazzino svagato al ritorno dalle vacanze. Faticoso ansimare, ruggine da scrollare. Centrocampisti troppo lenti davanti al puntiglioso avventarsi degli avversari. Difficile trovar spazi. L’Inter è stato un diesel vecchio stile per tutto il primo tempo, gente che quasi mai arrivava prima sulla palla. Stankovic si è mangiato la grande occasione dopo 18 minuti (colpo di testa facile facile: fuori). Martins ha fatto venir l’angoscia con balletti da puffo impotente e poco aggraziato. Brutta aria, ma la ripresa ha preso faccia diversa: Inter più arrembante, Siena in difficoltà fisica e mai al tiro. E sono state occasioni nerazzurre: Mirante ha smontato Stankovic, la testolona di Martins ha mancato un gol fatto. Adriano ha girato al largo, infilato palloni per i compagni e una punizione deviata dalla barriera. L’Inter ha giocato con forza e con foga, il Siena si è sentito comodo nella sua area.

E Cordoba, all’ultimo, ha rischiato anche un intervento da rigore. Vabbe’ che davanti c’era la Juve due, però non esageriamo. E intanto Recoba si stira: dopo Martins in partenza per la coppa d’Africa, mancini dovrà anche rinunciare al Chino per tutto gennaio.

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