L’INTERVISTA 4 BRUNO GENTILI

Lui che ha raccontato migliaia di partite alla radio meritandosi l’affetto e la stima degli ascoltatori, lui che viene considerato l’erede di Sandro Ciotti, lui che al calcio ha dedicato una vita, è stato messo a sedere nella sua prima telecronaca da un spot galeotto che s’è sovrapposto alla prima rete degli azzurri in Estonia.
Bruno Gentili, come si fa a oscurare un gol con la pubblicità?
«È colpa nostra, non ci sono scusanti. Il coordinamento giornalistico (non la regia, ndr) ha chiamato il minispot, io mi sono adeguato e in quei sette maledetti secondi l’Italia ha pareggiato. Quando siamo tornati in diretta Cassano stava esultando dopo aver segnato di testa. Abbiamo potuto mostrare il gol solo in differita».
Una situazione prevedibile, perché non avete aspettato un altro momento?
«Si poteva farlo. Ma i minispot obbediscono a regole molto precise, si possono mandare in onda solo in occasione di sostituzioni o infortuni di una certa gravità con l’ingresso di medici in campo. Al quarto d’ora della ripresa ci trovavamo con tutti e tre gli spot da trasmettere. Quale migliore occasione della sostituzione fra Pepe e Quagliarella?»
C’era però un angolo a favore dell’Italia…
«Pirlo l’ha battuto all’improvviso dopo il cambio voluto da Prandelli prendendo alla sprovvista la difesa dell’Estonia e noi della Rai. Avrei dovuto rimandare lo spot perché mi sentivo che sarebbe successo qualcosa d’importante e infatti ho continuato la telecronaca durante la pubblicità. Ma siamo legati a pesanti penali se mandiamo gli spot al di fuori delle situazioni previste».
Cosa cambierete per evitare guai del genere fin da martedì prossimo?
«Siamo tutti dispiaciuti e amareggiati. E faremo di tutto per mandare in onda i minispot nei momenti meno impegnativi e importanti di una partita. In una riunione svoltasi tre anni fa a viale Mazzini con i vertici dell’azienda e della Sipra, la concessionaria di pubblicità, avevo contestato la scelta di trasmettere la pubblicità durante le sostituzioni che possono innescare interessanti spunti di cronaca. Senza fortuna. Come dimenticare Chinaglia che manda a quel paese Valcareggi o Balotelli che getta via la maglia?».
E allora quale sarebbe il momento ideale?
«Sfrutterei la pausa che si verifica dopo un tiro finito sul fondo fra recupero del pallone e rinvio del portiere».


Ma non si può fare a meno dei minispot?
«Con quel che costano i diritti tivù…»
Cosa le piace di più, la telecronaca o la radiocronaca?
«Alla radio ero un fiume in piena per descrivere tutto, ma proprio tutto, quel che vedevo dalla tribuna stampa. In tivù mi devo limitare a completare un racconto di cui i telespettatori sanno già tanto, forse è più difficile».

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