L’inventore del diffusore furbetto: «Mi avevano tutti riso in faccia...»

La zampata di Adrian Newey sui diffusori è arrivata puntualissima. Me l’aspettavo e, nei giorni scorsi, con vari complimenti e con il pretestuoso ricordo di quando gli feci vincere il Premio milionario Ruote OZ, gli ho fatto una telefonatina, curioso di conoscere la situazione, da accusatore (assieme alla Ferrari) a paladino. Avete visto, nelle riprese televisive, lato posteriore, che razza di groviglio ha realizzato? Sembra una mini-Galleria del vento, altro che doppio estrattore... E la sua macchina, la Redbull, con la carica dell'astro nuovo Vettel, è andata di nuovo in testa tra le più leggere, con una «pole» nel momento più difficile. Ma lui non ha voluto sbilanciarsi. Però, fornendomi le giuste coordinate, mi ha esortato a telefonare all'inventore del «double decker», ottenendone questa rivelazione: «Quando tutti i progettisti d'alto rango sono stati informati del ritrovato, nel gennaio scorso, hanno fatto delle grandi risate. Non ci hanno voluto credere! Invece, l'idea - visto che a Parigi erano tolleranti - era così buona, che adesso i miei colleghi delle Gallerie del vento di Ferrari, McLaren, Bmw, eccetera devono lavorare come pazzi, per raggiungere Bgp e Toyota». Risposta: ma quei signori contavano anche sulla serietà della Fia-Tv-«Excitement», non sulle fantomatiche transizioni verticali.
Esatto: l'ingegnere inglese, che, in più di un anno di lavoro alla Galleria del vento, ha trovato il modo di accrescere l'effetto-suolo, ha confessato di essere cosciente della forzatura al regolamento, in quanto le superfici del fondo vettura devono essere continue, mentre una sola foratura basta ad interrompere tale continuità, e le transizioni verticali tra i due piani, il piano di riferimento e il piano rialzato, possono essere evitate quando non si scorgono parti giacenti, nella vista dal basso. Tuttavia, ha ritenuto di poter far valere le ragioni salienti del suo stratagemma, con una sottile interpretazione di un regolamento poco chiaro e denso di lacune. Tanto sottile da ottenere la complicità del Tribunale d'Appello e da far perdere la bellezza di cinque gran premi ai costruttori che tardivamente hanno compreso l'importanza della scoperta.
Ora, dopo gli sprazzi di Montecarlo, dove il Cavallino ha compiuto il sorpasso tecnico, con un vantaggio dello 0,42% del tempo sul giro, a vettura scarica, su Barrichello e Webber, siamo tornati ai valori del Bahrain (0,38%), nonostante il nuovo estrattore e la peculiarità del Kers.

Difficoltà anche per McLaren e Bmw, con la complicità di gomme capricciose: ad Istanbul c'è poco da scherzare con le «soft» e tutto l'impegno di Massa e Raikkonen è stato riequilibrato in funzione delle strategie, con 49-53 kg di benzina (circa 20-22 giri nel primo tratto), contro i 44,5-51 kg di Vettel-Webber (almeno 19-21 giri), i 47 kg di Trulli (20 giri) e i 50,5-47,5 kg di Button-Barrichello (circa 21-20 giri). Non resta che la solita difensiva in «hard». Peccato.

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