L’Italia torna turrita: è gara verso l’alto

L’Italia torna turrita: è gara verso l’alto

La sfida dell’Italia turrita ha raggiunto il culmine giusto ieri a Milano. Il record dell’edificio più alto del Paese è stato sbriciolato grazie alla spettacolare posa della guglia e dell’antenna sulla Torre Garibaldi, che tocca i 230 metri. Significa il doppio del Duomo della stessa città e quattro volte la Torre di Pisa. Il palazzo è stato progettato dall’architetto argentino Cesar Pelli e ospiterà la sede del gruppo Unicredit. Realizzato dalla multinazionale immobiliare Hines, è visibile a 10 chilometri di distanza e cambierà per sempre lo skyline della metropoli. I padroni di casa di Palazzo Lombardia, alto più di 161 metri e spodestato dalla nuova torre, però non ci stanno. La Regione ha fatto i complimenti ai rivali in altitudine, aggiungendo che «lo spazio abitabile e calpestabile più alto d’Italia rimane quello di Palazzo Lombardia a quota 161,40 metri, che è di oltre 10 metri più elevato dello spazio abitabile e calpestabile della torre Cesar Pelli. Quest’ultima solo per effetto del fregio architettonico dell’antenna (alta con la guglia 78 metri, ndr) lo supera». In fatto di grattacieli le dimensioni, evidentemente, contano.
Ma la gara di grandeur tra enti pubblici, banche e multinazionali a colpi di grattacieli non si limita a Milano. La torre è simbolo di potere, se non di vanità, ed è il mezzo ideale per lasciare un segno urbanistico. Così negli ultimi due-tre anni i palazzi intorno alla soglia dei 100 metri si sono moltiplicati da Nord a Sud, costruiti tra l’altro a ritmi sostenuti. Basti pensare che la nuova sede della Regione Lombardia ha raggiunto la vetta in appena tre anni. La mania delle tower all’italiana ha contagiato Roma, con la Torre Eurosky, alta 155 metri, e la Torre Europarco, 120 metri. Sono entrambe in costruzione e intaccano il primato del Cupolone, che svetta a 136 metri. A Torino la banca Intesa Sanpaolo ha voluto un grattacielo di 167 metri, rispettosamente al pari della Mole.
Puntano in alto anche città più piccole. Jesolo ad esempio, che ha le sue torri gemelle, 22 piani per 78 metri ciascuna. Sul tetto hanno due punte a forma di foglia, che la notte sono illuminate e ricordano il Chrysler Building di New York. Bologna ha la Torre Unipol, che tocca quota 126 metri, a Padova lo scorso anno è sorta la Torre Net, 85 metri, mentre Cosenza ha una Torre Skyline alta 75 metri. A Brescia invece la Torre Skyline 18 ha già raggiunto quota 80 metri, anche se non è completata. Sono tutte costruzioni recenti e molte altre, rigorosamente ambiziose in altezza, sono in fase di realizzazione. Sempre a Milano nell’area dell’ex Fiera stanno spuntando almeno altre tre torri tra i 150 e i 200 metri: la Isozaki, la Hadid e la Libeskind, due delle quali molto riconoscibili perché «storte».

La costruzione del grattacielo della Regione Piemonte, progettato da Massimiliano Fuksas, è al momento sospesa, ma entro il 2014 dovrebbe raggiungere i 191 metri. E le Fs progettano ancora a Torino un edificio di 162 metri. La sfida delle torri d’Italia è aperta.

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