L’occhio vuole essere nutrito

Solo quando l’occhio si ammala comprendiamo la sua funzione vitale. La vista è un bene prezioso, ma facciamo quasi nulla per conservarla e per ridurre il rischio della comparsa di malattie come la cataratta e la degenerazione maculare senile. L’occhio nell’ultimo secolo ha visto aumentare sempre più il carico di lavoro, la sua attività dovrebbe essere supportata e invece abbiamo diminuito l’introduzione di antiossidanti, cioè di agenti protettivi. L’alterazione dello scudo d’ozono ha fatto inoltre aumentare la quantità di radiazioni che generano radicali liberi e quindi registriamo un precoce invecchiamento delle strutture. Questa situazione è aggravata dal fumo, da fattori tossici, dallo stress psicofisico e dall’inquinamento atmosferico e ambientale. I nostri occhi subiscono continui insulti esterni e non ricevono neppure i giusti nutrimenti.
«La quantità di antiossidanti è insufficiente nella nostra alimentazione. La luteina, che ha il compito di sequestrare gli elettroni liberi riducendo la formazione di radicali, è scarsa. Una alimentazione non appropriata con insufficienti minerali, vitamine, fibre, antiossidanti, pone a rischio l’attività visiva quotidiana», ricorda il dottor Lucio Buratto, l’oculista che ha dedicato tutta la sua vita alla visione, oggi dirige a Milano il Centro Ambrosiano Oftalmico (office@buratto.com).Per le sue innovazioni nel campo della chirurgia oftalmica è stato nominato «maestro dell’oftalmologia italiana». Ha pubblicato il primo trattato della chirurgia della cataratta, che per molti anni è stato considerato una pietra miliare dagli oculisti. A Dallas , l’American Academy of Ophthalmology gli ha conferito il massimo riconoscimento per un chirurgo refrattivo, il Premio Barraquer. Buratto ha scritto oltre 50 tra libri e trattati dedicati alla visione, tra questi «La vista umana», un viaggio nel mondo della luce, dell’occhio e della visione e il volume «Occhio e nutrizione» (Edito da Innovation- News-Comunication, dedicato – come ha scritto Umberto Veronesi – non solo alle malattie dell’occhio ed alle giuste terapie mediche e chirurgiche per curarle, ma soprattutto alla prevenzione e ad uno stile di vita salutare.
«Nutrirsi bene – scrive Buratto - vuol dire amarsi. I nostri occhi devono poter trarre beneficio da una alimentazione appropriata e soffrire meno per alcune gravi patologie. Il cristallino è molto sensibile al danno ossidativo perché le sue proteine non vengono sostituite. L’invecchiamento del cristallino comporta l’insorgenza della cataratta, favorita da fumo, diabete, esposizione alla luce UV. Lo stress ossidativo sui lipidi e proteine gioca un ruolo importante in questo processo. L’epitelio pigmentato retinico è una struttura che consente il passaggio degli elementi nutrizionali diretti ai fotorecettori e ne fagocita il segmento esterno consentendone il rinnovamento. Anche la quantità di pigmento maculare dipende dall’alimentazione. Se la dieta è privata di caratenoidi si rischia la perdita del pigmento maculare cui conseguono difetti dei coni per deterioramento delle membrane cellulari. La riduzione del pigmento maculare è associata ad alterazioni fluoro angiografiche».
La vitamina A è indispensabile per il processo visivo, come lo è per la crescita, la riproduzione e la funzionalità del sistema immunitario. «La retinaldeide , che si può formare anche dal retinolo, fa parte del meccanismo della visione. Nell’occhio la più comune via di danno ossidativo è quello fotochimico. All’interno di tutte le cellule si verificano ossidoriduzioni, sia come normali eventi metabolici, sia per controllare i danni conseguenti ad insulti esterni. La vitamina E, un efficace antiossidante, è in grado di neutralizzare i radicali liberi.

Il fumo riduce la vitamina E a livello oculare. Abbonda nel grano e nei cereali interi, nella soia, nei legumi, nelle nocciole. Viene introdotta in circolo attraverso le vie linfatiche. Sono vitali anche i minerali come lo zinco, il rame, il manganese».

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