L’offensiva europea di Düsseldorf

Un’offerta da 29 miliardi che creerebbe il primo gruppo elettrico in Europa

da Milano

La tedesca E.On ha lanciato ieri un’Opa da 29,1 miliardi di euro sulla spagnola Endesa, la più grande mai lanciata nel settore: peggio di un terremoto per il mondo europeo dell’energia. E.On, infatti, è il numero uno tedesco del comparto e se l’offerta andrà a buon fine nascerà il più grosso gruppo mondiale nell’energia, superando anche la francese Edf. Nascerebbe così di fatto un potentissimo duopolio europeo governato da tedeschi e francesi, che lasceranno alle spalle come dimensioni tutti gli attuali concorrenti del continente. L’offerta di E.On arriva mentre è in corso un’altra Opa da 22 miliardi, ostile, su Endesa lanciata dalla catalana Gas Natural con l’appoggio del governo di Madrid, che ha deciso di non ritirarsi nonostante le scarse possibilità di successo.
Per dare la valenza dell’operazione avviata da E.On basta ricordare che lunedì sera si è mosso in prima persona il cancelliere tedesco Angela Merkel che ha telefonato al primo ministro spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero per metterlo al corrente della mossa imminente. Il premier spagnolo ha risposto che studierà la situazione tenendo presente il ruolo strategico del settore. Resta da vedere se si opporrà usando la golden share, oppure si rassegnerà a veder fallire il suo disegno di creare un campione nazionale.
Ma spieghiamo il terremoto: E.On non solo è il più grande gruppo tedesco nell’energia, ma è anche azionista di Gazprom (e un uomo di E.On siede nel consiglio della società russa), punta a crescere in Gran Bretagna attraverso l’acquisizione di Scottish Power, è presente in Italia attraverso Thuga, controllata al 100% da Ruhrgas, che fa capo appunto a E.On.Ma non è finita qui: E.On, a differenza di Gas Natural, non si è affatto impegnata a cedere degli asset acquisiti con Endesa. E come in un gioco del domino, Endesa possiede Endesa Italia, terzo produttore nazionale di energia, oltre al 65% della francese Snet. E questo significa che in un solo colpo E.On diventa da player essenzialmente tedesco a pienamente europeo, con in più i fortissimi agganci con il gigante Gazprom che non hanno solo una valenza economica, ma anche politica. Endesa ha poi una forte presenza sui mercati dell’America Latina.
E.On potrà finanziare l’Opa non solo con la liquidità di cui dispone (basti pensare che l’utile netto previsto sul bilancio 2005 è superiore ai 7 miliardi su un fatturato di 56,4), ma gli analisti non escludono l’emissione di bond o un aumento di capitale. Ieri sera il cda di Endesa ha detto di ritenere che l’Opa «non rispecchi adeguatamente il valore reale» della compagnia.


Immediati i contraccolpi in Spagna: prima si sono diffuse voci su una possibile Opa dell’Enel su Iberdrola (il numero due dell’energia spagnolo). Poi, dopo la smentita dell’Enel, il mercato ha puntato su un’offerta di Gas Natural, che abbandonerebbe Endesa al suo destino tedesco per rivolgersi a Iberdrola.

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