L’ospedale dove Fido può far visita al padrone

Chi ha la sfortuna di essere ricoverato in ospedale, sa bene che non tutte le visite sono sempre gradite. Come ad esempio quella del cugino di terzo grado che, davanti al tuo letto di dolore, comincia a fare il sapientone: «Te l’avevo detto che alla tua età, se continuavi a giocare a calcetto, prima o poi ti saresti rotto la gamba...». E tu pensi: ecco, bravo, la prossima volta stattene zitto; che magari, a portare iella, sei proprio tu.
Poi al capezzale arrivano nonni, zii e via parentado. Tutti lì a romperti le scatole, proprio nel momento in cui desidereresti una mano amica. O meglio, una zampa amica. Esattamente quella del tuo amato cane o del tuo adorato micio. Peccato che proprio loro (gli unici che non ti massacrerebbero mai gli zebedei con domande sceme) non siano ammessi in corsia. Ma come - ti chiedi con l’arto appena ingessato -, quell’antipatica di zia Titti può venire qui tutte le volte che vuole, mentre quel simpaticone del mio gatto Silvestro deve rimanere fuori?
Ma da oggi c’è un ospedale che ha deciso di porre rimedio alla bestiale ingiustizia. Si tratta del San Martino di Genova, dove i quattro zampe dal primo dicembre potranno visitare i propri padroni malati. Ma attenzione, il lasciapassare non riguarda tutte le specie: possono essere accolti cani, gatti e conigli, ma non gli uccellini; fringuelli e canarini non l’hanno presa bene e pare che stiano già organizzando un gorgheggio di protesta per contestare il provvedimento.
Intanto cani, gatti e conigli hanno fatto subito conoscenza con uno dei difetti tipici del mondo umano: la burocrazia. Per entrare in ospedale con animali al seguito - tengono infatti a sottolineare i vertici del San Martino - occorrerà farne richiesta al personale medico almeno 24 ore prima della visita». Ma le complicazioni non finiscono qui: «Per consentire l’ingresso degli animali in corsia, le autorità sanitarie richiederanno anche l’assenso degli altri degenti alla visita, il libretto che certifichi le vaccinazioni, l’iscrizione all’anagrafe, un certificato di buona salute dell’animale redatto al massimo 15 giorni prima della visita e l’assicurazione per i cani». Fine delle condizioni? Macché. «I possessori di un quattrozampe non devono dimenticare il guinzaglio e la museruola nonché, per la raccolta delle deiezioni, la paletta e i sacchetti o i telini monouso assorbenti».


L’iniziativa ha raccolto il plauso dell’Enpa: «Permettere che i quattrozampe facciano visita ai loro proprietari ricoverati presso l’ospedale San Martino di Genova è una decisione di gradissimo coraggio che, ne sono certa - dice Carla Rocchi, presidente nazionale dell’associazione - avrà conseguenze importanti per la salute e il benessere dei pazienti. Sono infatti numerosi i degenti che soffrono, non soltanto per il disagio fisico della loro condizione di malati, ma anche per la separazione forzata dai loro animali».
Buona guarigione a tutti.

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