L’Ue in guerra con gli spazzacamini tedeschi

Bruxelles alla Merkel: entro il 17 dicembre libera concorrenza nel settore della pulizia dei camini, finora monopolio di una casta favorita da Hitler

Salvo Mazzolini

da Berlino

L'ondata delle liberalizzazioni messa in moto da Bruxelles si sta abbattendo su un nuovo soggetto: gli spazzacamini tedeschi considerati, e a ragione, una delle corporazioni più privilegiate e anacronistiche d'Europa, quindi destinata a scomparire. Ma non sarà una cosa facile. Gli uomini delle fuliggini sono determinati a resistere e il braccio di ferro si sta trasformando in un tormentone per i rapporti tra Berlino e Bruxelles, tanto che la Commissione europea, stufa di rinvii e cavilli, ha posto un ultimatum al governo di Angela Merkel: se entro il 17 dicembre non ci sarà una legge che ponga fine al monopolio degli spazzacamini la Germania dovrà pagare una forte multa per violazione delle regole sul libero mercato.
La questione può far sorridere, ma appassiona i tedeschi, stanchi dello strapotere e delle prepotenze dei loro Schornsteinfeger, letteralmente gli addetti ai comignoli. I quali, in virtù di una legge che risale ai tempi di Hitler, possono presentarsi a casa tua in qualsiasi ora del giorno e della notte e guai a non farli entrare. Non hanno neppure bisogno di dare spiegazioni: sono loro e solo loro che decidono se caminetti e canne fumarie hanno bisogno di una visita.
Ne sa qualcosa il professor Joachim Datko, un insegnante di fisica di Norimberga, che, stanco dello spazzacamino troppo zelante del suo quartiere, si è rivolto alla magistratura, ma alla fine anche lui ha gettato la spugna. Eppure il suo era davvero un caso limite. Quasi ogni quindici giorni lo spazzacamino si presentava a casa sua alle ore più impensate indossando la stravagante divisa della corporazione: tuta nera, cappellaccio nero, fronzoli di latta al collo e campanelli ai fianchi per attenuare l'aspetto lugubre che spaventa i bambini, più secchi, scope e scopette.
All'ennesima visita, il professore urla e lo butta fuori dicendo che l'impianto della sua villetta è in regola: dopo tutto lui è un fisico e queste cose le sa. Un'ora dopo lo spazzacamino si ripresenta accompagnato dalla polizia. Il professore protesta, ma la polizia gli ricorda che la legge è dalla parte dello spazzacamino e la stessa cosa dice il magistrato cui il professore si era rivolto per violazione della privacy. La legge, vecchia di settant'anni, dice che manutenzione e sorveglianza di camini e comignoli sono di esclusiva competenza della corporazione degli spazzacamini.
Ogni luogo abitato è diviso in aree e ogni area ha il suo spazzacamino nominato dalla corporazione. Un cittadino può anche rivolgersi a una ditta privata, ma è inutile perché ciò non esenta la corporazione dal diritto-dovere di vigilanza e, inoltre, è l'unica autorità in grado di rilasciare i certificati di idoneità sugli impianti richiesti dalla legge. Diventare spazzacamino non è facile, bisogna studiare, superare esami che prevedono nozioni di chimica e biologia. Ma una volta autorizzato a indossare la tuta della corporazione, lo spazzacamino tedesco nella sua area è un re. Si aggira per strade e cortili e se c'è un fumo dai colori sospetti te lo ritrovi in casa a indagare e misurare le emissioni.
Nel braccio di ferro con Bruxelles, gli spazzacamini si difendono ricordando che grazie a loro il tasso di incidenti provocati da impianti di riscaldamento o dalla congestione delle canne fumarie è minimo e anche grazie a loro è stato possibile ridurre il tasso di inquinamento atmosferico.

Ma Bruxelles insiste perché il mercato della manutenzione e della sorveglianza venga allargato ai privati secondo le regole della libera concorrenza. Quanto ai tedeschi, in questo caso sono europeisti ad oltranza. Pur di non essere più ossessionati dalle visite a sorpresa degli spazzacamini troppo zelanti.

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