L’Unione ha paura della rimonta e moltiplica le liste

Il Professore nega: «Rimango tranquillo, dati non credibili». Ma «il Riformista»: «Miope chiudere gli occhi davanti alla rimonta della Cdl». E la coalizione vuole inglobare i candidati dei gruppi civici

Roberto Scafuri

da Roma

Fioccano sondaggi e, come avverte un sorridente Fabio Mussi, «certo ora siamo più prudenti...». È la tesi espressa dal quotidiano arancione, il Riformista, che oggi suona il campanello d’allarme all’Unione: «Il sorpasso della Cdl probabilmente è solo una bufala, come urlano indignati nel centrosinistra, ma sarebbe miope chiudere gli occhi di fronte al fatto che Berlusconi effettivamente è in rimonta...». Mussi non li chiude e, anzi, finisce con l’ammettere di «ammirare» il coraggio e la grinta di Berlusconi, «un vero combattente». Certo, scrive il quotidiano del candidato Polito, «Berlusconi ha un interesse particolare a diffondere l’idea che può farcela, anzi che è in parità, anzi che è in testa... Ma la rimonta è fisiologica, niente può ancora essere dato per scontato...».
Il leader Romano Prodi, che da giorni predica ai suoi di non «considerare le elezioni già vinte», ieri ostentava tranquillità. Conscio che la paura di perdere può fare altrettanti danni della sicurezza di vincere. «Perché commentare?», si è trincerato Prodi. «La credibilità di questi sondaggi è già stata ampiamente messa in crisi da molti esperti. Americani, internazionali e italiani. Sono tranquillo, la situazione è ancora a nostro favore, tranquillamente...». Più ironico Rutelli: «Suvvia, siamo persone serie...». Scettico ma ad occhi aperti Gavino Angius: «Quel sondaggio sembra una cosa studiata... Io so che i sondaggi italiani danno tutti in testa il centrosinistra. Quello che mi lascia più perplesso è che il sondaggio americano dica che dallo scorso dicembre a oggi ci sia stato uno spostamento di circa 4 milioni di voti, a me sembra una cifra spaventosa. Ciò non toglie che la sfida sia aperta e che i voti ce li dobbiamo sudare, nessuno ce li regalerà».
Ma intanto ieri ancora una volta la giornata è ruotata attorno alla vicenda della rimonta di Berlusconi. A poco sono serviti la diffusione degli altri sondaggi, quelli che mantengono più o meno inalterato il distacco dell’Unione, e i conti fatti in vari uffici unionisti, dai quali risulterebbe che, persino sulla base dei voti espressi nel 2001, l’Unione potrebbe contare su una salda maggioranza anche in Senato. Fatto è che la preoccupazione di una rimonta della Cdl ha dato un primo risultato, aprendo uno spiraglio alla presenza delle liste civiche, ennesimo terreno di scontro nel centrosinistra, stavolta tra Prodi e Rutelli. In un incontro a tre con Fassino, all’ora di pranzo, se ne è discusso ampiamente, sondaggi alla mano. Ne ha tratto vantaggio il patron delle liste civiche, Riccardo Illy, che aveva a sua volta incontrato Prodi per una quarantina di minuti. «Il vantaggio si sta erodendo - ha detto Illy -, quindi ritengo sia indispensabile anche avere la coalizione più ampia: le liste civiche possono dare un contributo rilevante, soprattutto per il Senato e in particolare in quelle quattro regioni nelle quali siamo in bilico». Il «no» di Rutelli si è così affievolito. Ci spera il coordinatore delle civiche, Roberto Alagna: «Rutelli avrebbe dato il suo ok alla presentazione di una lista civica solo in Friuli, sostenendo che solo in quella regione c’è un’organizzazione adeguata. Ma noi consideriamo questo sì come una sorte di breccia nel muro del no, e così da oggi scendiamo in campo per dimostrare un’organizzazione efficiente in tutte le regioni...».
Seppur travolti dall’ansia del sondaggismo, gli unionisti hanno accolto senza pathos il ritorno della repubblicana Sbarbati nell’Ulivo; la presentazione dell’unico simbolo «Unione» presente ad aprile, nella circoscrizione Estero; gli ennesimi strascichi polemici sui candidati scomodi e sul programma; le strategie elettorali di Prodi, che intende incontrare «soprattutto le persone».

E se il verde Pecoraro Scanio ricordava che la società Usa di sondaggi «in Venezuela ha toppato», lo staff prodiano ammetteva che «la ripresa c’è, ma è assolutamente marginale e fisiologica: stanno raggranellando qualcosa, ma noi dobbiamo ancora entrare nel vivo della campagna...». E il sarcasmo cercava di esorcizzare la sigla PSB: «Ah sì, la Pier Silvio Berlusconi sondaggi...».

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