L’uomo di Obama a Chicago ha tempo solo per i ricconi

Rahm Emanuel, sindaco della città, sotto accusa per i lunghi incontri concessi a sostenitori generosi e milionari. Gente comune? Non pervenuta

L’uomo di Obama a Chicago  ha tempo solo per i ricconi

Chicago - Rahm Emanuel, il sindaco di Chicago, non ha davvero tempo per la gente comune. Così almeno riporta il Reader, settimanale cult della Windy City, che appena prima dell’estate ha richiesto all’ex capo del personale della Casa Bianca di Obama la lista completa dei suoi appuntamenti. Il diritto a conoscere i dettagli della vita del primo cittadino, ora per ora, lo garantisce il Freedom of information Act, la legge americana firmata negli anni Settanta dall’allora presidente Lyndon B. Johnson.
Ci sono voluti più di due mesi, baruffe interminabili e impedimenti burocratici, ma alla fine il Reader ha ottenuto ciò che voleva. Il settimanale ha rivelato che da maggio, data di inizio mandato, Emanuel ha quasi del tutto snobbato i rappresentanti delle associazioni di quartiere, i sindacati della città, le parrocchie e in generale quella classe media al momento tanto in difficoltà, privilegiando invece le amicizie con i multimilionari. Il risultato è stato che i Chicagoans si sono parecchio arrabbiati. La notizia si è andata ad aggiungere a un umore cittadino già precario. Da quasi due mesi, infatti, Occupy Chicago è asserragliata davanti alla sede del Chicago Board of Trade, il più grande mercato regolamentato di opzioni e prodotti derivati al mondo, ed è ormai comune, durante le quasi quotidiane manifestazioni, vedere spillette con appuntato: «Indict Rahm» (Incriminate Rahm). Un segnale forte, suggerito anche dall’articolo del Reader, che oltre ai nomi dei vip ammessi nelle stanze dei bottoni di Emanuel ha pubblicato una tabella in cui evidenzia il tempo dedicato a ciascun personaggio, il suo reddito annuo e l’ammontare del contributo alla campagna elettorale del sindaco. In cima alla lista c’è Tim Mullen, multimilionario imprenditore del mattone, che ha donato 100mila dollari alla campagna elettorale del primo cittadino. In cambio, il 6 giugno scorso, ha avuto un incontro privato di un’ora. Può apparire un nonnulla, ma la fama di Emanuel è quella del sindaco che non dorme mai, che non sta mai fermo, si sveglia alle sette del mattino, va a correre, e poi non si concede più una pausa fino alle nove di sera. Un’ora nella sua agenda diventa dunque un tempo riservato a pochi fortunati. Agli altri habitué è raro che sia concessa più di mezz’ora. Altri nomi noti passati per il Comune sono quelli di Jerry Reinsdorf, padrone della squadra di basket dei Chicago Bulls, e Marc Lasry, miliardario e ad di Avenue Capital Group, gigante della finanza americana. I due ricconi hanno rispettivamente donato 5mila e 100mila dollari a Emanuel e ricevuto in cambio colloqui da 45 minuti il primo e 15 minuti il secondo. Anche sul fronte delle minoranze, in un paese in cui la questione è più che delicata, Emanuel non eccelle. Il vizio rimane lo stesso: tra i fortunati ad incontrare il sindaco ci sono soltanto nomi di personaggi famosi come Marty Nesbitt, uno dei migliori amici di Obama e Frank Clark, ad di ComEd, la più grande compagnia elettrica dell’Illinois. E quando il protocollo impone un incontro del sindaco con i rappresentanti dei meno privilegiati i risultati non sono lusinghieri. Famosa è la scena in cui Rahm dopo un colloquio con il leader del sindacato degli insegnanti locali per annunciare il congelamento degli aumenti salariali, irritato dal suo comportamento, lo manda a quel paese. Della scena ancora se ne discute in città.
A maggio Emanuel godeva dell’approvazione del 55 per cento dei cittadini, compreso quello delle minoranze, ma oggi i numeri sono scesi sotto il cinquanta per cento.

La città intanto bolle e nel maggio 2012 Chicago ospiterà il summit del G8 e della Nato, la prova più grande per Emanuel fino a questo momento. Se non vuole che sia una nuova Seattle dovrà cominciare a parlare di più ai cittadini comuni.

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