Un labirinto di vicoli odori, voci, colori vivi E terrazze inaspettate

Nella Città Vecchia il suk non è fatto solo di botteghe e moschee, ma anche di dimore - ora raffinati hotel - e caffè storici con musica

Dora Ravanelli

Si dice Tunisi. E sembra ce ne sia una sola. Sono due, invece. Quella araba, fondata alla fine del VII secolo: la Medina con il suk plasmata, come un intricato Lego con stradine e vicoli tortuosi, intorno a Jamaa Ezzitouna, la Moschea dell'Ulivo.

E poi quella moderna separata dalla prima solo da una porta, Porte de France, Bab-el-Bahr, spalancata sulla vivacissima avenue Bourguiba, il fondatore dell'attuale Tunisia, con i quartieri in stile liberty di av. Carthage, Paris e Yougoslavie, il Teatro municipale in una splendida livrea art-nouveau, la Cattedrale, il parc du Bélvèdere, 260 ettari di verde, e tutto quanto ricorda la trascorsa presenza francese sul territorio. Ma chi vuole vivere la Tunisi antica - colta, colorata, profumata, inimitabile - deve fermarsi nella Medina.

Smaglianti dimore sono state trasformate in hotel di charme come Le Palais Bayrem (www.palaisbayrem.com), sontuosa residenza del gran mufti, o Dar Traki, del XVII sec., ora elegante maison d'hotes (www.dartraki.com), o Dar ben-Gacem (www.darbengacem.com), testimonianza architettonica del 600. Tutto ruota intorno alla moschea Ezzitouna, 732 d. C., la seconda più grande della Tunisia 5.000 mq, un cortile con 184 colonne provenienti, per lo più, da Cartagine. Molti i palazzi istituzionali, come Dar el-Bey, 1795, o Dar Khair-Eddine. E poi i quartieri degli artigiani, vocianti, a tinte forti, guazzabuglio caleidoscopico di merci, benché vi sia una suddivisione per «arti e mestieri»: il suk degli orafi, dei tappetai, degli speziali, dei profumieri E le terrazze inaspettate sopra le botteghe: maioliche policrome, archi decorati, pavimenti in piastrelle e una vista a 360° sulla Città Vecchia, i panni stesi, le voci dei muezzin che invitano alla preghiera, il tramonto rosa e celeste Una di queste fa da tetto al negozio del tappetaio Mourad Boukraim (suk El Kouafi 3), che invita a salire, e a far visita al suo amico profumiere Arbi Gaafouri (impasse Des Oureglia): 10 le essenze naturali di base, innumerevoli quelle derivate. Lavora tra decine di fez (chéchia) in lana di montone impilati ovunque, Mohamed ben Aba, s. des Chéchias 9. Tra le decine e decine di venditori presenti, affascinante - per conversazione, cultura, esperienze di vita - il bibliofilo e antiquario Habib Arfaoui, al 24 di rue Sidi ben Arous. Al 9, Espace Diwan, libri antichi d'arte, storia, letteratura e architettura tunisine; emozionanti le foto in bianco e nero del passato (in vendita). Sulla via principale della Medina, rue J. Ezzitouna 45 bis, ecco il ristorante El Ali (www.el-ali.com, chiuso la sera) insediato in un'oukala (casa per poveri) dell'VIII sec. Su due piani, in ambienti originali, soffitti a travi, pavimenti piastrellati, una terrazza da vivere soprattutto al tramonto, il patron Taieb Bouhadra propone cucina tradizionale: bric, sfoglia farcita con uovo e altri ingredienti; michouia, insalata, olive, tonno, peperoni alla brace; stinco d'agnello all'arancio; gamberetti in pasta «fillo» (conto: 50 dinari, 17 euro ca.). Ottima esperienza culinaria anche da El Attarine (al 9 del suk omonimo, www.fondoukelattarine.com) in una corte a porticato tra rampicanti e ferro battuto: al primo e secondo piano, gioielli e raffinate manifatture tessili e d'arredo di produzione nazionale. Nel menu: couscous, tajne e bric.

Un'infilata di stanze colme di tappeti, cuscini, musica, narghilé, giovani e meno giovani avventori: ecco l'atmosfera del Café El Souk, 54 s. el Eleffat, da provare per un tè alla menta. Storico (XVI sec.), popolare, ma raffinato per architettura a colonne rosse e verdi, gabbiette appese, panche in pietra, grate, il Café Mrabet (27, s. el Trok al Madna). Tra moschee, scuole coraniche (mederse), vicoli, passaggi, botteghe e una colonia imponente di gatti, è affascinante perdersi senza guardare l'orologio. Unica concessione: uscire dalla Medina per visitare il Museo del Bardo (www.bardomuseum.tn), incomparabile per la raccolta di mosaici punici e romani, bellissimo. E per cenare da Le Baroque (tel.+216.71.

844220) nel quartiere Belvedere: al 1° piano, un ambiente luminoso e raccolto, piatti tunisini «rivisitati».

Info: Ente turismo Tunisia, www.tunisiaturismo.it; voli Tunisair da Mi e Roma, da 175 euro a/r, www.tunisair.com.

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