L'addio del Corvetto a Ramy. "Era milanese, riposerà qui"

La famiglia del 19enne morto lo seppellirà in Italia. L'avvocato: "Era un ragazzo perfettamente integrato"

Immagine da TikTok
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Ramy Elgaml era «un ragazzo perfettamente integrato nel quartiere dove viveva e aveva due famiglie: la sua, musulmana, e un'altra, profondamente cattolica, italiana, ed entrambe stanno soffrendo lo stesso lutto per la sua morte». L'avvocato Barbara Indovina, che assiste il padre e la madre nell'inchiesta sulla morte del 19enne che ha perso la vita in un incidente in scooter durante un inseguimento, conosceva Ramy e la sua famiglia da prima della tragedia. E papà Yehia dichiara: «Nostro figlio verrà sepolto in Italia, a Milano, che era la sua città».

Continua il legale: «Il papà Yehia vuole che l'ultimo saluto al figlio avvenga in moschea, con un iman ma con un rito aperto a tutti perché la vita di Ramy è stata la dimostrazione che le culture diverse possono vivere insieme. Sarà sepolto a Milano perché questa era casa sua. Ramy era molto seguito dalle suore, che al Corvetto aiutano tutti, indipendentemente dalla fede religiosa, partecipava come volontario anche alla colletta alimentare. Lui si sentiva italiano, non parlava nemmeno l'arabo ed era legatissimo a una famiglia cattolica con cui trascorreva molto tempo e che gli offriva delle opportunità di crescita. Era molto affettuoso, a volte mi mandava degli audio per dirmi che mi voleva bene. Lavorava come elettricista in una grande azienda. Ha avuto una vita piena di opportunità, forse non le ha sfruttate appieno, ma la sua era un'esistenza serena e da ragazzo perfettamente integrato».

Da giorni Yehia Elgaml chiede che in nome del figlio i ragazzi del Corvetto non compiano atti violenti. Per questo non ha partecipato alla fiaccolata di ieri. Organizzata dagli amici del 19enne, ha richiamato circa 500 persone. C'erano i centri sociali, striscioni e fumogeni. Tutto è partito con un invito alla non violenza seguito da un minuto di silenzio e da un applauso. Le casse hanno diffuso preghiere coraniche. È intervenuta tra gli altri la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza, che è stata contestata e fischiata da alcuni giovani.

«La famiglia - aggiunge l'avvocato Indovina - viveva in una rete che unisce persone laiche e di tutte le religioni. Per questo non vuole che passi un messaggio di razzismo legato alla morte di Ramy. Il padre continua a ripetere la parola pace che è uguale in tutto il mondo, perché quello era il mondo del figlio, un mondo di pace in un quartiere che non è solo il disagio raccontato in questi giorni». Sull'inchiesta il legale osserva: «L'autopsia ha fatto emergere che Ramy, sul quale smentisco siano stati fatti accertamenti tossicologici, ha preso una botta tremenda ma sulla dinamica ancora non si sa nulla». Prima della fiaccolata è stato anche realizzato in via dei Cinquecento un murale di una decina di metri che raffigura il 19enne con la scritta «Ciao Ramy».

Ieri mattina il Coordinamento cittadino di Fdi ha tenuto un presidio al Corvetto «per esprimere vicinanza e solidarietà alle forze dell'ordine». E hanno suscitato polemiche le parole a Repubblica della rettrice del Politecnico Donatella Sciuto: «Penso che si debba mettere in conto la possibilità di avere proteste come quelle che abbiamo visto in questi giorni quando muore un ragazzo così giovane con quelle dinamiche. La cosa più sbagliata è demonizzare quella reazione».

Marco Bestetti, consigliere regionale e comunale di Fdi, le definisce parole «gravi e persino pericolose». Dichiarazioni «profondamente irresponsabili e diseducative. Le violenze non si possono mai giustificare, ma solo condannare».

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