I fatti di Corvetto hanno scatenanto un'ondata di accuse contro i carabinieri, responsabili secondo molti di aver causato l'incidente che ha provocato la morte di Ramy. Secondo le indagini, però, i militari dell'Arma non c'entrano nulla. Lo scooter è caduto per i fatti suoi. Dopo 20 giorni di polemiche, di "poveri ragazzi" che forzano il posto di blocco e di criminalizzazione delle forze dell'ordine, la verità è finalmente saltata fuori
La relazione della polizia locale: "Non ci fu lo speronamento dei carabinieri, solo un contatto laterale e prima dell'incrocio"
Quindi, oggi...: il Compagno Gino meno fortunato di Ilaria, l'incidente di Corvetto e Salvini
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Interrogato il 22enne tunisino che guidava lo scooter in fuga su cui è morto Ramy
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E' noto il fatto che a Milano, il 24 novembre scorso in via Quaranta all’angolo con via Ripamonti, è morto in un incidente Ramy Elgaml. Il diciannovenne di origine egiziana stava scappando a bordo di uno scooter dopo aver eluso un posto di blocco dei carabinieri. Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dell’amico che era alla guida dello scooter e del carabiniere che lo stava inseguendo, la Procura di Milano ha deciso di indagare altri due militari. Una vicenda assurda: io sto con i carabinieri e non con i delinquenti.
Chi rappresenta lo Stato e ha il sacrosanto diritto al monopolio della forza, ha pure il sacrosanto dovere della verità
Sale il numero dei militari nel mirino. Si cercano prove della presunta cancellazione del video dell'urto
Gli Elgaml fanno parte del 10% di occupanti delle case popolari nel quartiere Corvetto