Un tempo rifugio di peccatori di ogni risma (grazie alla speciale protezione offerta dall'immunità ecclesiastica), oggi a Napoli neppure i luoghi di culto sono a «prova di ladro».
Non si è trattato del sacrilego furto del tesoro di San Gennaro, raccontato in un celebre film con Nino Manfredi e Totò, ma in ogni caso di un episodio dai risvolti inquietanti. I ladri si sono introdotti ieri notte nella celebre basilica reale di San Francesco e Paolo, posta di fronte al Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, grazie a una porta forse chiusa male. Non si sa se in cerca -banalmente - delle offerte della questua o di un «bottino» più preciso, gli sconosciuti hanno frugato nella sagrestia e nell'ufficio del parroco, che all'alba ha dato l'allarme.
Non è chiaro se sia stato effettivamente portato via qualcosa. In particolare, potrebbe essere scomparso un mazzo di chiavi dei locali interni alla basilica. Da quanto emerso dai primi controlli, qualcuno ha approfittato di una porta rimasta aperta, che dà proprio sul colonnato della piazza: quella dell'ufficio del sacerdote, Don Saverio, comunque inaccessibile grazie a un cancello. Gli autori del gesto hanno tirato la scrivania verso l'esterno, probabilmente con l'aiuto di un ombrello, e hanno aperto i cassetti, lasciando tutto in disordine.
In mattinata era previsto l'arrivo di duecento bambini che avevano partecipato alla Marcia della Vita guidata dal cardinale Sepe. Intanto alcuni imprenditori - tra i quali i titolari del caffè «Gambrinus» e il titolare di «Edenlandia» - hanno offerto la propria disponibilità a riparare i danni prodotti dai ladri.
L' episodio ha rilanciato l' allarme sicurezza nel centro di Napoli, dove negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli episodi di criminalità. Nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre un' auto parcheggiata davanti all' ingresso posteriore della Prefettura, in via Chiaia, ha permesso a sconosciuti di forzare la saracinesca di una ricevitoria del Lotto, impadronendosi di un bottino di 15 mila euro. Nella notte di Capodanno altri vandali hanno dato fuoco al «Bar Seccia», in via Monteoliveto, a 150 metri dalla Questura di Napoli, mentre il 21 gennaio è stato dato fuoco a un deposito di elettrodomestici della «Vorwerk Folletto» in via San Giacomo, a pochi metri dal palazzo del Comune. In questi due ultimi episodi si sospetta la mano del racket.
All' insicurezza si aggiunge, in pieno centro, tra Via Toledo e Piazza Trieste e Trento, il rinato «traffico» di bancarelle abusive che offrono cd, dvd, borse ed occhiali contraffatti. Una vera e propria occupazione che ha provocato una raccolta di firme tra i commercianti per chiedere l' intervento delle forze dell' ordine.
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