Via Dalmazio Birago, civico numero 2: in questo casermone tra Lambrate e il quartiere Ortica va ad abitare la famiglia Parondi, appena sbarcata a Milano dal Sud. Il film è Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (1960) interpretato, tra gli altri, da Renato Salvatori (Simone) e da Alain Delon (Rocco).
Da fine Ottocento a oggi, Milano ha fatto da sfondo a oltre 500 film: peccato che nessuno si sia mai preoccupato di contrassegnare i luoghi con targhe commemorative. Cosa cè oggi, dietro la ferrovia di Lambrate, nei campi dove nel 1951 Vittorio De Sica girò le poetiche sequenze dei barboni che si scaldano al sole nel suo Miracolo a Milano? Oltre al Duomo di Totò, Peppino e la malafemmina, alla Stazione centrale di Audace colpo dei soliti ignoti, allo stadio di San Siro de Il ragazzo di campagna solo per citare alcuni titoli, le vie e i palazzi milanesi immortalati nei film dei nostri più grandi registi si sprecano.
Nel 1950 Michelangelo Antonioni gira Cronaca di un amore con Lucia Bosè e Massimo Girotti. Insieme alla Scala e ai Giardini Pubblici, la vicenda ha il suo epicentro nell'elegante Palazzo Fidia in via Melegari 2, nei pressi di via Mozart, dove vive la protagonista. La Torre Velasca coi suoi lussuosi pianerottoli interni, furono invece la location ideale (erano gli anni del boom economico) de Il vedovo, film di Dino Risi del 1959 con Alberto Sordi e una strepitosa Franca Valeri, che lo chiama «cretinetti» a ogni pie sospinto. Anche Pasolini ha girato parecchio materiale a Milano. In Teorema (1968) i figli dellindustriale impersonato da Massimo Girotti, Odette (Anne Wiazemsky) e Pietro (Andres Soublette) frequentano rispettivamente listituto delle Marcelline in piazza Tommaseo e il liceo classico Parini in via Goito.
Sullargomento esistono libri (lultimo è Milano Films 1896-2009 scritto da Marco Palazzini e Mauro Raimondi) e siti Internet (il più argomentato è www.davinotti.com) spulciando i quali le sorprese sulla Milano da film possono continuare. Senza saperlo, potremmo abitare in un palazzo o in una via dove è stato girato un capolavoro. Ugo Tognazzi e Ornella Muti, in una scena famosissima di Romanzo Popolare di Mario Monicelli (1974) si affacciano da una terrazza riparandosi dal gelo con un plaid. È la terrazza del palazzone di via Gramsci 307, a Sesto San Giovanni.
Una delle sequenze clou di Ratataplan, film del 1979 del regista Maurizio Nichetti, è stata girata nel locale della ex portineria di via San Calimero 1. Qui la sgangherata compagnia di teatranti con cui lo sfortunato ingegner Colombo tenta la via artistica, lava e asciuga piatti e pentole in un crescendo di esilaranti situazioni comiche.
Altre pellicole, altre curiosità, senza la pretesa, naturalmente, di soddisfarle tutte. In Fuori dal mondo, il bel film del 1999 di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy e Silvio Orlando, la lavanderia di proprietà del protagonista, venne ricreata in un locale con grandissime vetrine in via Manuzio 6/A, a Porta Venezia, ai tempi negozio di arredi e oggi bar di tendenza. In Fame chimica, film del 2003 di Antonio Bocola e Paolo Vari, la piazza Yuri Gagarin dove si ritrova spesso il gruppo dei protagonisti, in realtà è uno slargo di via Luigi Capuana, a Quarto Oggiaro. Piazza Duomo torna in Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana con Monica Bellucci.
Invece è una Milano notturna, con gli interni girati nellex cartiera Binda lungo il Naviglio Pavese, quella in cui si aggira Claudio Bisio nel film La cura del Gorilla (2007) del regista Carlo Sigon. Non potevano mancare la Milano di Diego Abatantuono e quella di Aldo, Giovanni e Giacomo. Un appartamento di via Fratelli Ruffini 8, è la casa dove vive il buontempone Franco con moglie e suocera in Eccezziunale veramente. In Chiedimi se sono felice, film del 2000 di Aldo, Giovanni, Giacomo e di Massimo Venier, i grandi magazzini Coin di piazza Cinque Giornate diventano la location in cui Giovanni interpreta un esilarante mimo-manichino.
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