Lambretta, il mito va in museo Più di cento modelli a Rodano

L’inaugurazione oggi grazie al collezionista Vittorio Tessera che ha progettato e allestito la mostra

Luciana Baldrighi

In attesa che si compia il miracolo di una seria e stabile sede del Museo del Design, in grado di riconoscere alla capitale dell’industria quello che è stato il suo ruolo dal dopoguerra a oggi e di conferirle anche un riconoscimento di creatività e ingegno oltre che di leader dell’economia, a muovere i primi passi è un privato che inaugurerà sabato a Rodano il Museo Scooter & Lambretta.
Vittorio Tessera appassionato collezionista ha pensato di affidare una nuova palazzina all’architetto Gola e per quanto riguarda l’allestimento della mostra e la progettazione degli interni del museo ha fatto tutto di testa sua.
Unico nel suo genere il Museo Scooter & Lambretta presenta 110 esemplari provenienti da tutto il mondo e molti in particolare ricevuti in comodato da Lorenzo e Liliana Innocenti, rispettivamente figlio e moglie dell’ingegnere Luigi, il cui padre Ferdinando Innocenti che aveva creato l’azienda milanese nel 1931 aveva inventato i famosi «tubi Innocenti» che servivano per la maggior parte a creare i ponteggi e le impalcature rette da bulloni e morsetti innovativi che servirono specie nel dopoguerra per ricostruire velocemente la città distrutta dai bombardamenti. La famiglia, nativa di Pescia in Toscana che ebbe la genialità di cimentarsi in un settore all’avanguardia aveva lavorato anche a Roma e all’inizio persino in Vaticano. La fabbrica nel quartiere di Lambrate che conserva ancora oggi un centro di ricerca venne chiusa dopo essere stata più volte ricostruita e chiusa negli anni Settanta. Dalla grossa meccanica l’industria milanese si specializzò sempre più in mezzi su due e quattro ruote. Pertanto in mostra troviamo dalla Lambretta del 1947 fino all’ultima del 1971. Il «Siluro» che vinse il record mondiale di velocità (201 Km all’ora) a Ingolstadt è esposto al Museo della Scienza e della Tecnica, mentre a Rodano possiamo ammirare il «Lui», il «DL DE Lux», il «Tv 175», il modello che creò l’Innocenti nel 1957 in piena competizione con la Piaggio utilizzando procedure tecnologicamente avanzate, veloce e scattante con un innovativo freno a disco anteriore.
In mostra non si troveranno solo tutti i modelli della Lambretta ma anche trofei, coppe e targhe vinte dalla Innocenti con le sue moto e le sue auto. «Tra le curiosità si va da un Auto-Fauteuil francese del 1908 completamente restaurato agli scooter degli anni Venti prodotti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dai quali discendono gli attuali mezzi di circolazione, fino ai più rari modelli della ricca produzione italiana del secondo dopoguerra tra cui Simat, unico esemplare e primo scooter costruito in Italia nel 1940; il Nibbio, il primo costruito in Lombardia nel 1947 di cui sono esposti tre esemplari conosciuti e il Furetto, primo scooter costruito Iso sempre nello stesso anno e presente sempre in tre esemplari» racconta Vittorio Tessera, orgoglioso della sua collezione di carattere internazionale accumulata in più di vent’anni. Un amore che lo appassionò già all’età di 14 anni. Un ampio spazio è dedicato alla stampa d’epoca e alla manualistica tecnica dei modelli esposti, moltissimi provenienti sempre dalla famiglia Innocenti. «Nel Museo è raccolta la maggior parte della produzione motociclistica «Innocenti Lambretta» con esemplari tra i più significativi e rari, tra i quali la Lambretta 175 TV placata oro destinata all’attrice americana Jayne Mansfield e la Lambretta 150 Special destinata alla Polizia di New York con tanto di emblemi originali».
«La nostra famiglia ha ritenuto doveroso dare anche modellini, pezzi di ricambio, trofei, medaglie e abbigliamento perché la collezione Innocenti comprende un unico archivio ufficiale che non deve essere smembrato. In esso sono comprese più di 5000 foto, disegni costruttivi e filmati prodotti dalla casa milanese», spiega Liliana Innocenti. «Di particolare significato storico - prosegue il figlio Lorenzo - sono gli scooter progettati da Vittorio Belmondo nel 1940, ispiratori più tardi della Vespa Piaggio..». Una sezione della grande mostra è dedicata anche alla Vespa insieme agli scooter stranieri provenienti dalla Francia, Germania, Belgio, Giappone (è esposto il primo scooter della Honda del 1954 e Juno K. Per gli Usa un Lowther Light).
Raffaele Re, collezionista sta curando un’edizione completa della storia della Casa milanese, un volume raro che andrà a far parte del fondo dell’Industria. Un patrimonio da conservare e ampliare. Qui un appello va rivolto anche a tutti gli editori. L’apertura del nuovo centro culturale comunale di Rodano «La Elle» che lo ospita, è entrato a far parte del Sistema dei Musei d’Impresa della Provincia di Milano, creando in questo modo una rete di archivi aziendali, collezioni anche private di cui faranno parte anche il Kertellmuseo di Noviglio, la Zucchi Collection di Casorezzo e Milano, l’Iso Rivolta di Bresso, attualmente in fase di allestimento.

Tutti hanno come partner trasversali la Fondazione Adi per il Design Italiano, il Premio Compasso d’Oro, la Fondazione Faar-Centro Studi Csar ente di ricerca e formazione nell’ambito dell’architettura e del disegno industriale.

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