Lancia Delta sulla strada dell’eleganza

da Torino

La nuova Delta è, nelle parole di Olivier François, amministratore delegato di Lancia Automobiles, il simbolo della «Nuova Lancia», della sua ritrovata personalità, della sua audacia di saper «fare la differenza».
Il progetto stilistico ne è la conferma: elegante, di enorme personalità, muscoloso e scattante nella associazione di un frontale dalle linee arrotondate, costruite attorno a un impeccabile «scudo Lancia», di una linea di cintura con andamento fortemente a cuneo e, infine, di una sezione posteriore che, nuovamente, sfoggia forme ben arrotondate. Ne nasce un profilo elegante, emozionante, cui dà ulteriore slancio il passo estremamente lungo (2.700 mm, lo stesso della Fiat Croma, più 100 mm rispetto alla Fiat Bravo) in relazione a un ingombro longitudinale contenuto in 4.520 millimetri.
E anche in questo rapporto di dimensioni Delta si rivela innovativa: compatta come una due volumi di segmento C che abbia preso le vitamine, ma in grado di offrire l’abitabilità da berlina di classe D/E. Il passo lungo ha consentito di rendere particolarmente proficua l’adozione di sedili posteriori scorrevoli e con schienale regolabile, in modo da disporre, secondo le esigenze, o di una eccezionale abitabilità posteriore, oppure di un vano bagagli la cui volumetria utile può crescere dai 380 litri standard ai 465 litri, e quindi fino a 760 abbattendo i suddetti.
L’esecuzione degli interni è in tutto degna della più alta tradizione Lancia, con sedili confortevoli, selleria in Alcantara oppure in pelle, un volante perfetto per una presa sicura e confortevole. La nuova Delta viene proposta con una gamma di cinque motorizzazioni. Le due a benzina sono basate sul Fire 1.4 turbo, nelle due varianti da 120 e da 150 cv, le tre turbodiesel si articolano sul nuovo 1.6 da 120 cv e su due importanti novità: un 2.0 da 165 cv e sul più che collaudato 1.9 in versione biturbo-sequenziale per una potenza di ben 190 cv.
Per la nostra prova abbiamo scelto una Delta 2.0 Multijet da 165 cv con cambio manuale a 6 marce e assetto con ruote da 224/40-18. Il nuovo propulsore, che nasce da una maggiorazione di un mm dell’alesaggio del motore 1.9 litri, rappresenta veramente un’importante novità nell’ambito della tecnologia dei motori turbodiesel di ultima generazione. Dotato di un turbo a geometria variabile, eroga, oltre alla suddetta notevole potenza, una coppia massima di ben 360 Nm a 1.750 giri, ma soprattutto con consumi inferiori del 6% rispetto dall’1.9 con 150 cv da cui è stato derivato. Le prestazioni sono notevoli, soprattutto in termini di densità della risposta in potenza a regimi appena superiori ai 1.000 giri. Una vera sorpresa è venuta dal constatare che, oltre a un’elasticità straordinaria, questa nuova unità vanta anche un allungo su prendente per un turbodiesel, visto che continua a «tirare» fin ben oltre i 4mila giri di potenza massima e quest’ultima inizia effettivamente a cadere solo oltre il regime di 4.500 giri. Associato a un cambio a 6 marce di buona scorrevolezza, questo propulsore è in grado di spingere la nuova Delta al limite dei 220 orari (8 secondi per lo sprint 0-100). Con la nostra Delta 2.0 Multijet siamo saliti su per le rampe che portano in cima alle valli di Lanzo, fino a circa 1.200 metri, oltre Ala di Stura.
La strada è ben articolata in tutta una varietà di curve, incluse alcune anche molto veloci. La vettura, oltre alla grinta del suo nuovo turbodiesel, ha messo in mostra un autotelaio superbo per precisione di risposta allo sterzo, rapidità di inserimento in traiettoria e tenuta ad accelerazioni laterali molto elevate.


La sensazione è di grande sicurezza, stabilità e agilità, una combinazione davvero vincente, e senza che la nostra auto fosse dotata del nuovo Reactive suspension system, un optional altamente raccomandabile. Molto gradevole il comfort offerto da sedili e taratura delle sospensioni. Migliorabile quello acustico. I prezzi vanno da 21.500 a 30.700 euro.

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