Sara Najera, bellezza iberica di 28 anni, è solo una delle numerose vittime. Da quando è arrivata su quest'isola nel 2011, per lavorare come sales executive all'hotel Hesperia Lanzarote, è rimasta folgorata: «mi hanno conquistata il clima, l'atmosfera lunare, la forza del vento, il contrasto fra il nero della terra e il blu del mare. Qui è diverso rispetto al resto della Spagna. Questo è un luogo privo di artificialità». Verrebbe da pensare che una ragazza under trenta sogna la movida di Madrid e Barcellona, ma Sara no. Non dopo aver messo piede in questa terra plasmata dalla lava e bucherellata dai vulcani, che una ventina d'anni fa l'Unesco ha dichiarato riserva della Biosfera.
Anche Sandra Bosic, milanese, classe 1978, a Lanzarote ci ha lasciato il cuore. «È l'isola che cercavo», ammette. «Il posto giusto per aprire la mia scuola di yoga: sui vulcani e sulle spiagge d'estate, nella capitale Arrecife in inverno» (www.yogalanzarote.es/it). Prima di loro questo fazzoletto di 58 x 34,5 km battuto dal vento, dove sventola bandiera spagnola ma a 130 km dalla costa africana, aveva già fatto altre vittime, anche piuttosto illustri. Come José Saramago, premio Nobel per la letteratura, che dopo la censura del governo portoghese si era trasferito con la moglie in una casa bianca nel comune di Tías, a un passo da Arrecife. O come, prima ancora, César Manrique, il pittore-architetto-scultore che dopo aver abbandonato una carriera avviata nelle gallerie d'arte di New York e Madrid per tornare nella sua isola, dove era nato il 24 aprile 1919 (e dove oggi è sepolto), in collaborazione con il Cabildo, il governo locale, ha varato piani urbanistici e regole ferree: niente grattacieli, rispetto per le identità locali, tanta integrazione. Un'idea estetica del territorio che ha chiamato arte-natura/natura-arte. E che in pochi anni ha visto nascere opere straordinarie: la sua casa-museo, un'architettura imprevedibile (oggi sede della Fondazione Manrique) fra Arrecife e Teguise, costruita su cinque bolle naturali nella roccia vulcanica, dove a ogni bolla corrisponde una stanza; la casa-museo del Campesino a Magaza, un mosaico di edifici che ricordano i bianchi pueblos locali; il Giardino di Cactus a Guatiza, con 10.000 piante che emulano altrettante sculture esposte ordinatamente su terrazze di terra e lava. E ancora: il Mirador del Río, nella parte settentrionale dell'isola, un belvedere per abbracciare con gli occhi il Parco naturale dell'arcipelago Chinijo, a nord di Lanzarote. E la sua creazione più famosa, il parco nazionale di Timanfaya: un mosaico di vulcani da scoprire in pullman o a cammello, in un paesaggio di cioccolata fondente che le eruzioni nei secoli passati hanno plasmato senza soluzione di continuità. La parte più protetta dell'isola-riserva.
Poco lontano dal parco dei vulcani, il borgo di pescatori di El Golfo: una poesia bianca fra gli scogli neri. E poco distante da El Golfo, la laguna ipnotica di El Charco de los Clicos, un cono vulcanico per metà inghiottito dal mare, con le rocce di cartapesta che incorniciano la piscina color smeraldo. Il verde è dato dai clicos, minuscoli organismi che vivono nell'acqua, conferendole, appunto, quella particolare colorazione. Niente a che vedere con un'altra piscina naturale, la mezzaluna di sabbia accecante di Punta Papagayo, che il popolo di Tripadvisor ha votato come una delle migliori spiagge del mondo. Per un tocco di raffinata mondanità, la meta giusta invece è Puerto Calero, con il porto di yacht, le boutique e la passeggiata in riva al mare che conduce a uno degli hotel più esclusivi dell'isola, l'Hesperia Lanzarote (www.hesperia-lanzarote.com). Dove lavora Sara. E dove i turisti trovano camere vista mare, la Spa con luce naturale, ristoranti gourmet, piscine e una filosofia eco-compatibile che è un po' la versione moderna del sogno di bellezza e tutela di Manrique.
Per altre informazioni: Ufficio Spagnolo del Turismo a Milano, www.spain.info/it. Voli: collegamente diretti Ryanair (www.ryanair.com/it) da Milano-Orio al Serio a partire da 48,99 euro a tratta.
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