L'Art Confusion dei fratelli Zucchi

Essere fratelli è una gran bella cosa. Ma essere fratelli «d'arte» può regalare emozioni davvero appaganti. Per conferma chiedere ai fratelli Lucio e Dario Zucchi. Il primo, pittore; il secondo, fotografo. Ma, nel loro caso, le catalogazioni lasciano il tempo che trovano. Forse, anche per questa ragione, hanno deciso di esporre insieme: le loro opere (bellissime) si possono ammirare nell'Oratorio della Confraternita della Passione nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano. Lucio e Dario sono persone amabili: accolgono i visitatori con gentilezza e si mostrano prodighi di spiegazioni. Ma ci permettiamo un consiglio: dinanzi agli scatti di Dario e alle pennellate di Lucio, fareste meglio a lasciare che l'immaginazione fluisca liberamente. Senza paletti, senza chiavi di lettura. Nel mio caso - lo ammetto - mi sono particolarmente piaciute certe foto di Dario che si è specializzato in una tecnica che è una via di mezzo tra il lavoro dell'«entomologo» e quello del «ladro di immagini»: Dario, infatti, piazza il cavalletto davanti alle opere dei musei e resta in attesa della «preda». La «preda» è il visitatore che si piazza davanti al quadro esposto e lo osserva.

A questo punto scocca (può scoccare) il momento magico: il visitatore, per una ragione o per l'altra, davanti all'obbiettivo di Dario finisce per interagire col quadro stesso divenendone parte integrante. E, in quel preciso e irripetibile attimo, Dario fotografa. Il risultato è emozionante. Per condividerlo con lui basta andare in Sant'Ambrogio.