Un artista sul lastrico. Non è per nulla la storia di Maurizio Lastrico, talento della comicità di scuola genovese atteso sul palcoscenico del Teatro Manzoni dall'1 al 3 novembre con il suo ultimo spettacolo dal titolo, per l'appunto, «Sul Lastrico». Da intendersi, latinamente, come un de Lastrico, vale a dire «a proposito di».
Sì, perché l'attore celebre per i suoi numeri da cabaret «dantesco» a Zelig (a proposito, tornerà a brevissimo in tv con Bisio, Incontrada & co) e per i suoi ruoli in fiction di successo come «Don Matteo» e nell'imminente «Miss Fallaci», si mette a raccontare un pezzo di sua vita. E di carriera, come no: quella che è cominciata non per caso ma per fortuna con quelle terzine dantesche con cui il comico genovese riuscirebbe, senza saltare una rima, a spiegarti come si cambia l'olio nel motore. «Facevo il comico quando potevo al mio paese, Sant'Olcese, nella periferia di Genova spiega Lastrico Vedevo che parecchia gente rideva di gusto. Col tempo, però, mi sono accorto che se uscivo dal mio paese le battute autoreferenziali facevano ridere di meno: mi sono messo a osservare comici genovesi come I Cavalli Marci e i Broncoviz, da cui sono spuntati artisti come Luca & Paolo e Maurizio Crozza, e ho sentito la necessità di farmi una scuola drammatica». Ecco da dove viene quella voce attoriale di Maurizio Lastrico, che si posa sulle terzine incatenate del Sommo Poeta come se queste fossero una confortevole sdraio. «E pensare prosegue il comico che la mia voce inizialmente non aveva risonanza, e la cosa mi preoccupava. Alla fine, tra corsi di recitazione e foniatra mi hanno fatto capire che era solo tensione. Finché una eccellente maestra mi ha messo sotto con la Divina Commedia, dovevo recitare versi su versi. Com'è andata? Che se impari ad andare in bicicletta e sei un po' matto finisci per fare le impennate col motorino». Le impennate verbali hanno portato Maurizio Lastrico a Zelig: «A Milano e a Zelig devo davvero moltissimo: è un ambiente che sa accogliere chi viene da fuori, basta che tu sia armato di idee e talento. Di Milano non capisco la voglia di accelerare continuamente: qui hanno un tempo denso e lo vogliono rendere ancora di più tale. Ma a Milano ho avuto anche una fidanzata, a Poasco proprio alle porte della città». È Genova, però, la città del cuore: «Per noi genovesi Genova è la palestra incessante di umorismo alla quale vieni allenato fin dal bar che frequenti vicino a casa. Scherzare e prendersi in giro è il modo per comunicare, anche affetto e stima. Il posto dove più mi prendono per i fondelli è proprio Genova: ecco, arriva il fenomeno, mi dicono». Nello spettacolo atteso al Manzoni, Lastrico parlerà anche di infanzia: «Ne ho avuta una abbastanza complicata spiega l'attore Genitori separati quando ero ragazzino, mi sentivo un po' sfortunato. Poi però crescendo ho fatto l'educatore come professione, e vedendo ragazzi molto più sfortunati di me ho cominciato a relativizzare e smetterla di commiserarmi».
Da fine novembre Lastrico apparirà a Zelig su Canale 5 nella nuova edizione del cabaret show più famoso
d'Italia: «Porterò una nuova Divina Commedia, e nuovi modi di fare poesia, più moderna, tra rap e tradizione». A febbraio, infine, Maurizio Lastrico sarà sul grande schermo, nell'ultimo film di Paolo Genovese «Follemente».
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