Sanità, treni e giovani: le priorità di Fontana

Secondo Fontana la riforma snodo decisivo per indirizzare le politiche della Lombardia

Sanità, treni e giovani: le priorità di Fontana

di Nicolò Rubeis

La priorità assoluta rimane sempre l'abbattimento delle liste d'attesa nella sanità. È da qui che ripartirà il secondo mandato del presidente Attilio Fontana, fresco di plebiscito alle regionali. Altra voce importante è quella legata alle infrastrutture, a cominciare da quelle olimpiche e agli investimenti da fare sulla rete ferroviaria che corre per troppi chilometri a binario unico. Il tutto nella speranza non nascosta dal governatore e dalla sua coalizione di centrodestra che già in questa legislatura la Lombardia si possa avvalere di una vera autonomia, con cui ragionare, per esempio, sugli incentivi per i medici di medicina generale che operano nelle zone più disagiate.

LA SANITÀ

Per ridurre le liste d'attesa la Regione ha liberato oltre 180mila slot per le prestazioni in attesa. Circa 50mila lombardi sui 60mila che avevano un appuntamento fuori soglia sono stati già richiamati dall'assessorato al Welfare guidato da Guido Bertolaso, il tecnico a cui Fontana vorrebbe affidare ancora la guida della Sanità. Per le prestazioni meno urgenti e contro l'affollamento dei pronto soccorso, l'obiettivo sarà ampliare ancora la medicina del territorio, a partire dal completamento delle Case e degli Ospedali di comunità e da un coinvolgimento sempre più capillare della rete delle farmacie. Tutto questo garantendo sempre la libertà di scelta individuale sviluppando ancora di più la collaborazione tra pubblico e privato.

LE INFRASTRUTTURE

Nei prossimi cinque anni Fontana troverà finalmente a Roma un governo «amico». Motivo per cui uno dei primi passi sarà la stesura di un piano infrastrutture coordinato con il ministro Matteo Salvini per sbloccare, soprattutto con Anas, diversi cantieri che hanno bisogno di ripartire. Tra le tante opere è prevista la conclusione dell'autostrada Pedemontana per quanto riguarda la parte più prealpina e la realizzazione della Cremona-Mantova, su cui il Pirellone sta dialogando con il governo. Con un occhio di riguardo anche per le infrastrutture olimpiche. Quelle di competenza regionale procedono spedite, qualche ritardo lo registrano quelle in capo alla Società creata dall'esecutivo. Per questo il premier Giorgia Meloni potrebbe concedere più poteri al commissario. E andrà trovata una soluzione per le gare di pattinaggio sul ghiaccio, specie se venisse confermata l'esclusione dai Giochi del Piemonte.

I TRASPORTI

Anche qui l'operazione sarà «a tenaglia». L'auspicio, infatti, è che Salvini nel suo ruolo da ministro insista nel pressing su Rfi per sbloccare quegli investimenti sulla ferrovie promessi da tempo dallo Stato e mai arrivati. La rete, a livello infrastrutturale, è arretrata, troppo spesso a binario unico e comunque non all'altezza della mole di treni che viaggiano ogni giorno in Lombardia. Capitolo a parte lo merita il Nodo-Milano. Un'idea che Fontana ha avanzato in campagna elettorale per alleggerire il traffico sulla Stazione Centrale e su Garibaldi e che proporrà a Rfi: creare un nuovo svincolo, un secondo passante fuori la città.

CULTURA E GIOVANI

Incontrando le categorie del mondo dello spettacolo, il governatore Fontana ha assicurato che il Pirellone cercherà di incrementare i fondi destinati alla cultura, creando un tavolo di confronto permanente. E legando magari le specificità culturali a quelle turistiche. Uno dei primi provvedimenti sarà il prestito d'onore per i giovani, un aiuto economico per chi vuole studiare, rendersi indipendente o avviare una start-up. E sarà corposo l'investimento sulla formazione: circa 1,5 miliardi di euro di fondi aggiuntivi, ottenuti dall'Europa dopo aver ben speso le risorse della precedente programmazione, serviranno a sostenere le imprese e a colmare sempre di più quel gap tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.

SMART LAND E AUTONOMIA

Il modello di sviluppo che ha in mente Fontana è quello di una Lombardia «Smart land», una Regione connessa in tutti i suoi territori, dove non ci siano luoghi con meno opportunità rispetto ad altri. Per farlo servirà anche maggiore autonomia, con cui rendere più efficienti i servizi e mettere il pubblico nelle condizioni di competere in modo sano con il privato. E attraverso la quale, magari, lavorare su incentivi per i medici di medicina generale che decidono di operare nelle zone più disagiate o aumentare gli stipendi a determinate categorie, equiparandoli al costo della vita.

Un primo passo è stato già compiuto, con il disegno di legge del ministro Calderoli che è arrivato in consiglio dei ministri. L'autonomia si farà e Fontana, che sul punto non si è mai tirato indietro, spera che questo avvenga il prima possibile.

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