Sul reddito di cittadinanza la linea del governo è chiara: basta assistenzialismo fine a se stesso, ciò che un esecutivo deve fare è aiutare gli italiani a trovare un impiego, senza lasciare indietro chi realmente ha bisogno di aiuto. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha intrapreso questa strada, e i numeri relativi al reddito grillino mostrano come, in effetti, il sussidio non abbia realmente avviato i suoi percettori al mondo del lavoro.
Altro che "sconfiggere la povertà" e "inserire i cittadini nel mondo del lavoro", come diceva anni fa il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, o l'ex leader Luigi Di Maio. Altro che "il reddito non finirà nelle tasche di chi lavora in nero". Quello che sta succedendo col sussidio pentastellato è sotto gli occhi di tutti. Ci sono persone che meritano di riceverlo, ma anche molte altre che stanno palesemente approfittando di questa possibilità, i famosi "furbetti del reddito" di cui leggiamo quotidianamente.
Oltre a varare una misura che ha mostrato falle in ogni dove, il Movimento 5 Stelle ha poi anche provveduto a istituire una nuova professione, quella dei navigator, che adesso rischiano di finire a loro volta disoccupati.
Un flop clamoroso, insomma. Ovvia che la misura debba essere rivista. Fino alla fine i grillini hanno cercato di difendere la loro creaura, arrivando anche ad affermare che nel 2020 i navigator erano riusciti a impiegare, nella sola Calabria, 25.500 posti di lavoro per i percettori del reddito.
Peccato che i dati ufficiali raccontino ben altro. Basta leggere il rapporto redatto da Antonio Buccarelli, magistrato della Corte dei conti, in merito alla gestione dell'Inps nel 2020. All'interno della legge che regolamenta il reddito di cittadinanza vi è una norma che consente a coloro che assumono con regolare contratto i percettori del sussidio di portare a credito d'imposta l'importo residuo del reddito, che ha una durata di 18 mesi. Chi assume un beneficiario del reddito grillino, dunque, ottiene una sorta di bonus.
Ebbene, secondo quanto riferito da Milano Finanza, che ha visionato il rapporto della Corte dei conti, di crediti d'imposta ottenuti grazie all'assunzione dei percettori dell'aiuto sono ben pochi. A fronte di 3 milioni 693 mila beneficiari del reddito di cittadinanza le istanze di credito d'imposta accolte nel 2020 sono state 254. Com'è possibile? Qualcosa, ovviamente, non torna.
Tornando indietro (del resto, il 2020 è stato l'anno della pandemia), scopriamo che anche nel 2019 i numeri sono stati deludenti. Solo 282 domande di credito d'imposta accolte.
Ma come? E tutte queste assunzioni sbandierate dal Movimento 5 Stelle? Se si conteggiano i dati di questi due anni, 2019 e 2020, si ottengono 536 richieste di credito d'imposta, vale a dire, stando alla norma all'interno della legge sul Rdc, 536 assunzioni. Insomma: non esattamente un grande successo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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