A febbraio per molti lavoratori potrebbero essere in arrivo in busta paga gli arretrati dello sgravio contributivo confermato e potenziato dalla legge di Bilancio 2023.
Il governo Meloni, in linea con quanto fatto dal suo predecessore, ha infatti deciso di tagliare il cuneo fiscale riducendo la quota di contributi a carico del lavoratore. Un 3% in meno per chi guadagna fino a 1.923 euro lordi, 2% per chi supera questa soglia ma resta dentro il limite dei 2.692 euro lordi.
È dovere dei datori di lavoro aggiornare le regole di calcolo della busta paga tenendo conto del suddetto sgravio, tuttavia solamente in poche realtà l’adeguamento in oggetto c’è stato nel mese di gennaio. La circolare Inps con le istruzioni per applicare lo sgravio in busta paga, infatti, è stata pubblicata alla fine del mese, non dando sufficiente tempo alle aziende per adeguare i propri sistemi.
Ragion per cui molti datori di lavoro potrebbero applicare le nuove regole solamente con la busta paga di febbraio, con la quale dovrebbero anche arrivare gli arretrati di gennaio. La misura di quanto spetta dipende dall’importo solitamente percepito in busta paga: ad esempio, con uno stipendio di 2.335 euro lordi è previsto un aumento - al netto delle tasse - di circa 30 euro, mentre chi ne guadagna 1.857 euro riceverà circa 36 euro in più.
Situazione che per il momento non sembra comprendere i dipendenti pubblici. Da Noipa, infatti, non arrivano ancora segnali riguardo a quando lo sgravio in oggetto sarà applicato nelle buste paga dei dipendenti pubblici.
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