L'implementazione di un salario minimo legale non risolverebbe i problemi riguardanti il lavoro povero. E' in sintesi la conclusione dell'assemblea del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) che ha dato il via libera a un documento cruciale sul salario minimo, con 15 voti contrari e 2 astensioni. Il presidente del CNEL, Renato Brunetta, ha introdotto l'inizio della votazione con parole di gratitudine per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sottolineando la volontà di risalire alla fondazione del Consiglio come un luogo di incontro e confronto in sintonia con le idee dei padri costituenti. Ecco cosa contiene quanto approvato.
Le parole di Brunetta
Brunetta ha sottolineato il ruolo del CNEL come un forum in cui esperti e rappresentanti delle categorie produttive possono dialogare e condividere osservazioni e proposte. Ha aggiunto che questo confronto è costruttivo per agevolare il lavoro di Governo e Parlamento nell'elaborazione della legislazione economica e sociale. Inoltre il presidente del CNEL ha espresso la sua profonda soddisfazione e l'orgoglio istituzionale nel vedere come, in poche settimane, il Consiglio abbia potuto sviluppare un documento di notevole rilevanza tecnica e progettuale. Il piano mira a potenziare e ampliare gli spazi per una contrattazione collettiva di qualità. Infine ha sottolineato la preferenza per la via indicata dalla Costituzione, che affida alle parti sociali il compito di gestire le dinamiche del mercato del lavoro, con attenzione sia al salario che alla produttività e alla qualità del lavoro. Il presidente ha concluso affermando la sua fiducia che, una volta superata la polarizzazione politica, il documento approvato dall'ampia maggioranza del CNEL sarà riconosciuto per la sua capacità di affrontare le reali esigenze delle persone e, soprattutto, dei lavoratori.
La parola a Giorgia Meloni
La premier, Giorgia Meloni, ha espresso la sua opinione riguardo al salario minimo, sostenendo che non sia lo strumento adatto per affrontare le sfide economiche del paese. Meloni ha enfatizzato l'importanza di programmare misure a lungo termine per stimolare l'occupazione e migliorare le condizioni dei lavoratori, anziché imporre un salario minimo universale.
La linea del CNEL
Il CNEL sostiene che l'implementazione di un salario minimo legale da sola non risolverebbe i problemi riguardanti il lavoro povero, né affronterebbe adeguatamente il fenomeno del dumping contrattuale. Invece, il CNEL enfatizza l'importanza della contrattazione collettiva come strumento principale per fissare salari adeguati. Adesso spetta al Governo e al Parlamento valutare e incorporare il contributo del CNEL nell'elaborazione della legislazione economica e sociale.
Contrattazione collettiva e redditi
Il CNEL propone un piano di azione nazionale per sostenere lo sviluppo dell'efficacia della contrattazione collettiva, questo si concentra sia sui salari che sulla produttività, riconoscendo il loro stretto legame. Inoltre viene suggerito di lavorare su un nuovo accordo che tenga conto delle specificità di ogni settore produttivo, garantendo meccanismi per il mantenimento del potere d'acquisto dei lavoratori e una rappresentatività uniforme nei confronti di tutti i settori economici.
Revisione e tariffa minima
Il CNEL suggerisce una revisione delle misure pubbliche per incentivare la contrattazione di prossimità e il welfare aziendale, per assicurare trasparenza ed efficacia. Inoltre viene proposta l'introduzione di una tariffa negoziata per i lavoratori che non rientrano pienamente nei contratti collettivi, come dipendenti temporanei, stagisti, e lavoratori a tempo parziale involontario.
Contratti
Il CNEL raccomanda di condizionare la registrazione e l'assegnazione del codice dei contratti nazionali al
rispetto degli standard economici e normativi. Inoltre viene sottolineata l'urgenza di affrontare i contratti scaduti che colpiscono oltre il 50% dei lavoratori, con iniziative concrete per il superamento di questa criticità.
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