"Il governo non vuole discutere". Confermato lo sciopero generale Cgil-Uil del 29 novembre

L'incontro tra il governo e i sindacati si è concluso dopo circa sei ore a Palazzo Chigi

"Il governo non vuole discutere". Confermato lo sciopero generale Cgil-Uil del 29 novembre
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I sindacati Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale per il 29 novembre in segno di protesta contro la legge di bilancio proposta dal governo. La decisione è stata ufficializzata dai segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri dopo l'incontro con il governo a Palazzo Chigi. Le sigle sindacali criticano le misure previste nella Manovra.

L'incontro tra governo e sindacati

L'incontro tra il governo e i sindacati sulla manovra si è concluso dopo circa sei ore a Palazzo Chigi. Per il governo hanno partecipato la premier Giorgia Meloni, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese Adolfo Urso, il ministro del Lavoro Marina Calderone, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati erano presenti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.

Le dichiarazioni di Bombardieri e Landini

"Sì, confermiamo lo sciopero perché noi abbiamo illustrato le nostre richieste e il governo ha illustrato le decisioni che ha assunto, anche se il presidente del Consiglio ha dato una disponibilità a discutere della detassazione degli aumenti contrattuali. Ma sostanzialmente il governo ha confermato le decisioni assunte e non c'è da parte del governo una disponibilità, per esempio, a ragionare sul fisco, un punto sul quale noi insistiamo", ha detto il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. "Per quello che ci riguarda è assolutamente confermata la ragione dello sciopero generale del 29", ha affermato il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Bombardieri ha dichiarato che, pur restando aperto al dialogo, il sindacato ritiene che ci siano ancora margini di confronto. Ha spiegato che le richieste sono già state presentate al Governo e che, se questo decidesse di rivedere alcune delle sue scelte e di convocare nuovamente i sindacati, loro sarebbero pronti al dibattito. Tuttavia, ha sottolineato che nell'incontro sono emerse due visioni diverse della manovra: sebbene il sindacato sia disponibile al dialogo, non sembra che il Governo sia realmente intenzionato a cambiare le proprie decisioni, le quali, ha precisato, non riguardano solo questioni ideologiche, ma anche aspetti molto concreti come salari, sanità e pensioni.

Le parole del Presidente Meloni

Qualsiasi provvedimento di questa legge di bilancio avrebbe potuto essere più che raddoppiato”, ha dichiarato Meloni ai rappresentanti sindacali, “se non ci fosse il Superbonus, che da solo nel 2025 costerà 38 miliardi”. “Abbiamo deciso di concentrare le risorse su alcune priorità: il sostegno ai redditi medio-bassi, il sostegno al lavoro, gli incentivi alle famiglie con figli, la riduzione della pressione fiscale, l’aumento delle risorse nella sanità e il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici”, ha proseguito la presidente del Consiglio, sottolineando che, grazie alla nuova legge di Bilancio, il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale “e ne ampliamo i benefici ai circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 a 40mila euro annui, seppure con un decalage, rispondendo a una tematica che era stata correttamente posta dai sindacati”.

Parlando delle coperture per finanziare le misure, Meloni ha evidenziato: “un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale”.

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