La Lega attacca: "Noi non festeggiamo l'Unità" Nuovi boicottaggi. E riesplode la polemica...

Il capogruppo alla Camera del Carroccio: "Non sarò in aula per le celebrazioni". Dopo la Lombardia la protesta va di scena anche in altre regioni. Maroni non commenta: "Lasciatemi in pace...". Bersani: "Lega diserta? Non c'è più maggioranza". E l'Osservatore romano: "Rinuncino al Va' pensiero"

La Lega attacca: "Noi non festeggiamo l'Unità" 
Nuovi boicottaggi. E riesplode la polemica...

Milano - Prosegue la rivolta dei leghisti contro l'Unità d'Italia. Se non siamo ai livelli delle "sparate" sulla secessione ci manca poco. Più che una sfida alle istituzioni - come qualcuno denuncia - quello del Carroccio sembra un gesto di ribellione a uso e consumo della base elettorale. Come per dire: tranquilli, non siamo affatto cambiati... non ci facciamo comandare a bacchetta né tantomeno ci sogniamo di sventolare il tricolore o intonare l'Inno di Mameli. Comunque sia le polemiche non mancano. E la Lega, quasi lo facesse apposta, va avanti a testa bassa sulla propria strada. Tutti gli uomini col fazzoletto verde nel taschino obbediscono disciplinatamente a quelle che, di certo, sono le parole d'ordine del Capo (come ogni leghista chiama da sempre Umberto Bossi): basta con tutta questa retorica risorgimentale! Intanto Maroni, avvicinato dai cronisti in Transatlantico, risponde stizzito: "Lasciatemi in pace".

Reguzzoni: domani non sarò alla Camera Dopo la clamorosa ritirata al bar dei consiglieri regionali lombardi, proprio nel momento in cui venivano aperti i lavori del consiglio regionale con l'inno nazionale, arrivano altre iniziative di protesta in varie zone d'Italia. "Domani non sarò in aula per le celebrazioni dell’Unità d’Italia. Hanno deciso di chiudere gli asili, perciò io sarò con i miei figli". Marco Reguzzoni, presidente dei deputati della Lega, risponde così ai cronisti che gli chiedono se parteciperà alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità. "Non voglio fare polemiche - spiega - ma non penso che il mio contributo possa servire. Gli altri? Non lo so, ognuno agirà secondo coscienza".

Speroni: nulla da festeggiare "L’unità d’Italia non è un evento da festeggiare. Anzi, "sarebbe stato meglio se non ci fosse stata perché così la Padania sarebbe più ricca". E ancora: "Quando ascolto l’Inno di provo fastidio, perché mi sento un po' oppresso da chi mi ha conquistato". Infine: "Non esporrei mai dal balcone di casa mia il Tricolore". Sono le affermazioni del capodelegazione della Lega Nord all’Europarlamento, Francesco Speroni, intervistato da Affaritaliani.it alla vigilia della festa del 17 marzo. Ovviamente per lui nessun festeggiamento: "Sono a Bruxelles a lavorare al parlamento europeo". Se fossi in Italia? "Non festeggerei perché per me non è un evento da festeggiare". Che cos’è allora? "È un evento storico come tanti altri... Quindi non c’è nulla celebrare".

Emilia Romagna Una sciarpa tricolore al collo del capogruppo della Lega nord in Regione, Mauro Manfredini: gliel’ha messa a tradimento la consigliera dell’Udc, Silvia Noè, stigmatizzando così l’assenza degli esponenti leghisti all’apertura della seduta, quando sono risuonate in aula le note dell’Inno di Mameli. In Assemblea legislativa a Bologna i consiglieri leghisti sono entrati un bel po' dopo l’Inno, quando era già iniziato il messaggio di benvenuto del presidente Matteo Richetti. "Ero a ripassarmi l’intervento - ha poi spiegato Manfredini - perché la Lega ha dato libertà di scelta e noi abbiamo deciso di partecipare al dibattito". Senza però la coccarda tricolore indossata da tutti: "Noi la bandiera l’abbiamo già scelta - ha risposto Manfredini - è quella verde della Lega".

In Piemonte leghisti presenti Tutti in aula, in piedi, mentre suonava l’Inno: assessori e consiglieri della Lega Nord del Piemonte hanno "stranamente" partecipato a tutte le fasi della seduta straordinaria, a Palazzo Lascaris, del Consiglio regionale. "Abbiamo aderito all’iniziativa - ha spiegato il capogruppo del Carroccio, Mario Carossa - accettando il parere del resto della maggioranza, anche se rivendico il diritto di restare un po' tiepido rispetto a questo modo di festeggiare. Ciò non vuol dire - ha aggiunto Carossa - che non crediamo in determinati valori, come dimostrano ogni giorno con il loro lavoro i ministri, i presidenti delle Regioni, tutti gli assessori e i sindaci".

Formigoni polemizza Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, non smette di rimproverare il Carroccio per il prprio atteggiamento anti unitario: anche la Lega dovrebbe festeggiare l’Unità d’Italia - argomento il governatore - perché "tutti gli italiani dovrebbero riconoscersi in un’Italia che sta riformando se stessa e sta avviandosi sulla strada del federalismo. Noi celebriamo l’Unità d’Italia, vogliamo cambiare la forma di questa unità ma la sostanza la vogliamo mantenere. Voglio che il 2011 sia anche l’anno in cui cambiamo la forma dello Stato, dopo 150 anni di forma centralista dobbiamo inaugurare una nuova epoca di forma federalista dello Stato, che è un modo diverso per realizzare la stessa Unità".

Alemanno è ottimista "Non guardiamo l’albero che cade, - ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno -, guardiamo la foresta che cresce. C’è un sentimento nazionale che sta crescendo in tutta Italia e che si sta rafforzando giorno dopo giorno".

Maroni: "Lasciatemi in pace" Il ministro dell'Interno Maroni, a Montecitorio per rispondere al question time, è stato interpellato più volte sul tema dei festeggiamenti boicottati dal suo partito. Prima di entrare in aula a chi gli domandava "sarete presenti domani per festeggiare l’unità d’Italia?", Maroni, senza fermarsi, ha risposto: "Certamente...". Poi, dopo il question time, l’esponente del Carroccio ha liquidato con uno sbrigativo "lasciatemi in pace" i giornalisti che lo tallonavano per cercare di strappargli almeno un commento sulla polemica innescata dalla Lega.

L'Osservatore Romano: rinunciate al Va' pensiero... "Ascoltando il Nabucco per intero, chi non fa propri i valori dell’unità, potrebbe cogliere l’occasione se non per cambiare idea - solo i visionari come Mazzini riconoscono tanto potere alla musica - almeno per scegliere un altro compositore di riferimento". È il consiglio che l’Osservatore Romano dà ai fautori del "Va' pensiero" come alternativa all’Inno di Mameli in un articolo dedicato, nell’edizione di domani, alla rappresentazione dell’opera verdiana per il 17 marzo a Roma alla presenza del presidente Napolitano.

Bersani: Lega diserta? Non c'è più maggioranza Ciome prevedibile il segretario del Pd approfitta della ghiotta occasione per attaccare governo e maggioranza: "Se domani un partito della sua maggioranza non viene in parlamento, Berlusconi deve dire che la sua maggioranza non c’è più. Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera", ha ricordato, e "su questo non si può scherzare". 

La Russa: obbligo di rispetto non di presenza "Non c’è obbligo di presenza, ma obbligo di rispetto". Il ministro Ignazio La Russa evita accuratamente le polemiche. Sottolinea poi che alcune dichiarazioni, come quelle di Speroni e Borghezio, sono un po' "campate in aria". Ad ogni modo, ha concluso, "c’è libertà di parola e quindi anche di folklore" a condizione che "non ci sia mancanza di rispetto, scorrettezza o ostilità".

Milano, braccialetti tricolori ma è proprio a Milano, dove la Lega ha fatto scattare la prima protesta (al Consiglio regionale), c'è chi reagisce con un gesto altrettanto simbolico: Giovane Italia (il movimento giovanile del Pdl) domani distribuirà dei braccialetti tricolore per festeggiare i 150 anni dell’Unità. "Distribuiremo anche una cartolina per spiegare il senso dei festeggiamenti", dichiara Anton Luca Romano, presidente di Giovane Italia Milano.

"In molti hanno cercato di sminuire questa ricorrenza: la sinistra voleva tenere aperte le scuole, Confindustria voleva che rimanesse un giorno lavorativo e la Lega preferiva non festeggiare per niente. Noi invece siamo orgogliosi di ricordare questa giornata come simbolo dell’Unità d’Italia".

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