La «leggerezza» del racconto pittorico

Michele Greco

Con «Per corsi segnati» Fabio Cozzi ha inaugurato, come apertura della stagione, un’interessante esposizione dell’artista romano Alessandro Monti alla galleria Michelangelo di Civitavecchia che resterà aperta, in via Cesare Battisti, fino al 3 ottobre per essere poi proposta nella omonima galleria d’arte contemporanea di Roma. Il lavoro presentato da Alessandro Monti, frutto di due anni di lavoro, si articola in un cammino antropologico segnato da una scrittura-labirinto che definisce un proprio percorso di memoria. Il segno figurale è sostituito da una serie di simboli intimistici che danno alla lettura un senso mistico e una nostalgia per cose e persone passate, di rimpianti forse, sublimati in quello spazio-decoro del quadro. A nostro avviso la mostra di Civitavecchia avrebbe meritato un maggior ordine critico e una più adeguata scelta delle opere esposte, troppe per lo spazio espositivo. «Tracciati di leggerezza» e «L’intenso richiamo» ci appaiono più indicativi delle altre opere; esempi di quella ricerca ostinata di «silenziosa armonia» attraverso lo sperimentalismo della materia porosa delle sue superfici e della «rottura» che in esse operano elementi di legame con quella narratività luminosa, a quella simbologia del colore, che le distingue e le esalta.

La compostezza tonale dell’opera viene così disturbata e distratta dal differire delle forme e dei colori; un continuo «rompere» quella linearità romantica del discorso nel dubbio d’un sereno blu, d’un caldo rosso, d’un indifferente grigio. Resta presente l’insieme di una armonia spaziale che si con-fonde con le tracce di un racconto, con le levigate forme lignee d’un oggetto allusivo che, da simbolo, si trasforma in allegoria della vita e della morte.

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