incerto, battiti in Europa! L’editorialista Barbara Spinelli è passata con buoni argomenti dal moralismo del Palasharp, sotto la parola d’ordine «italiani brutta gente», a un’analisi impeccabile dei difetti di arrogante presunzione della Germania attendista e crisaiola della Merkel, che crede nella vecchia ideologia della «casa in ordine» («Haus in Ordnung», con i conti a posto e una visione punitiva dell’economia finanziaria) mentre la casa brucia il suo patrimonio sotto il fuoco vivo della speculazione globale. Bene, si fanno progressi in casa progressista.
Ma è solo un paradosso, se non una mascherata. Si può convintamente pensare che un comitato di professori abbia l’energia di andare oltre una routine di accademia delle riforme, magari concertate e vistate e timbrate dagli stessi poteri che dovrebbero essere riformati? Hanno titolato il giornalone di Confindustria, a caratteri cubitali: «FATE PRESTO». E intendevano: fate presto a cacciare Berlusconi e a mettere al suo posto un bocconiano del giro grosso. Ora non possono titolare: «FATE CON CALMA ». Ovvio. Secondo l’ Economist di Londra e il New York Times siamo a un passo dal break up , dal baratro in cui potrebbe precipitare la moneta più indifesa del mondo, quell’euro che comporta rischi di cui nessuno intende assumersi la paternità, che nessuno ha in animo di tenere in conto.
E le banche, ci informano, si preparano al lieto evento del caos generalizzato da rottura dell’integrità monetaria europea. Ma può un governo che gode al massimo di una legittimazione segreta, che ha un rapporto da pizzini e da incappucciati con il Parlamento e con la maggioranza tripartita che si vergogna di sé, che non esprime una visione, né quella già berlusconiana né quella alternativa che la sinistra italiana non ha mai partorito, impegnata com’era nella pornopolitica, può un simile governo salvare i conti e promuovere lo sviluppo?
Si dirà. Troppa grazia. Adesso non ci si può mettere a invocare miracoli. È il momento del passo sicuro,disciplinato,graduale,concertato con i titolari franco-tedeschi della crisi attuale. Un po’ di rispetto per della brava gente che si è appena insediata e fa i primi passi nella giungla del debito europeo e della sua prospettiva di collasso. Non mi manca, e non dovrebbe mancare alla destra italiana, per quanto travolta dai fatti, il rispetto per il senso comune. Non pretendo la luna. Ma che cosa posso realisticamente pretendere? Qui sta il problema. Ed è un problema di Monti, di Passera, della Fornero, ma anche di Giorgio Napolitano, il capo dello Stato che ha messo la sua irresponsabilità politica, definita rigorosamente in Costituzione, al servizio di una immensa e temeraria responsabilità politica, quella di indicare la via tecnocratica all’uscita dalla crisi, nella forma della sospensione della regola di sovranità democratica più importante, secondo cui è il corpo elettorale che decide chi governa, l’autogoverno dei cittadini.
Il fatto è che la sospensione della democrazia non è e non può essere totale. Non ci sono carri armati in giro. È pieno di professorini capaci di spiegarti che un governo che ha la fiducia delle Camere è pur sempre un governo legittimo, e ci mancherebbe. Ma della politica resta il peggio. Il meglio è un programma discusso con i cittadini, in una campagna di verità e di emergenza, ricette alternative legittimate dal voto. Il Paese sceglie e fa.Che è per l’appunto quel bene che ci siamo negati con la farsa dell’antiberlusconismo ideologico. Il peggio che resta è un’asse tripartita che prepara il futuro delle leadership e il destino elettorale di movimenti entrati nella clandestinità istituzionale, un fenomeno che non si era visto nemmeno nei tempi opachi e tragici del compromesso storico, del terrorismo all’ombra della guerra fredda. I governi di unità nazionale fecero alcune cose buone e molte cose cattive, e fu quello il periodo in cui cominciammo a scaricare sul debito pubblico l’incapacità della vecchia Repubblica di fare riforme e modernizzare questo Paese, ma erano governi politici.
Ressero agli urti che dovevano reggere. Di questo governo impolitico, che anche i suoi amici invitano a fare in fretta e ad avere coraggio,caratteristiche tipiche di chi ha un’investitura popolare e decide di usarla, come facciamo a fidarci?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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