Leoluca Orlando spinse un carabiniere al suicidio Ma ora ci fa la "morale"

Il portavoce Idv accusa il Giornale di macelleria mediatica. La colpa? Aver fatto il nostro dovere riportando che il padre del guru giustizialista Saviano è a processo per truffa. Inaccettabile la lezione di chi, con teoremi infamanti, spinse un carabiniere al suicidio

Leoluca Orlando spinse 
un carabiniere al suicidio  
Ma ora ci fa la "morale"

Perdinci, Leoluca Orlando Ca­scio ci ha attaccato. Ma sì, se l’è presa con noi del Giornale , ha spostato il ciuffo malvissuto e, af­ferrando carta e penna, ha sfoga­to tutta la sua acidità di stomaco. Ci accusa di «vile dossieraggio», «attacco strumentale», «cattivo giornalismo», servilismo, propensione per i giochi di«fango»e nientepopo­dimeno che «macelleria me­diatica ». Del resto, lui s’inten­de della materia. Macelleria mediatica, do you remember Cascio? Santoro, maresciallo Lombardo, mafia, suicidio. Ne riparleremo tra poco. Per intan­to dobbiamo spiegare ai nostri lettori i motivi di questa inconti­nenza verbale, quest’overdose di insulti di cui ci onora regalan­doci la possibilità di entrare nel prestigioso club dei suoi bersa­gli diretti: attaccò Falcone, at­taccò Sciascia, ora attacca il Giornale .

Sa sempre scegliere bene i nemici, il compare Leo­luca. Dunque il motivo per cui Or­lando s’è sforzato addirittura di scrivere una nota, con grave sprezzo del pericolo e della lin­gua italiana, è la pubblicazione di una notizia. Di più: una noti­zia di reato. Chi l’avrebbe det­to? Sembra uno di quei colmi con cui ci si divertiva da bambi­ni: qual è il colmo per un orolo­giaio? Avere una figlia sveglia. Qual è il colmo per una fata? Avere il colpo della strega. Qual è il colmo per il tribuno dei giustizialisti? Indignarsi per una notizia di reato. Quella notizia stava pubblicata ieri in prima pagina sul Giornale (guarda caso: solo sul Giorna­­le ): il padre di Roberto Saviano, lo scrittore paladino della lega­­lità, finisce a processo con l’im­putazione di truffa e corruzio­ne.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere lo accusa di aver compilato, in qualità di medi­co, false ricette e prescrizioni fit­tizie a danno dell’Asl. Cioè sot­traendo soldi ai malati e agli onesti cittadini, che magari poi devono aspettare mesi per ave­re una tac («Che ci volete fare? Non ci stanno soldi per la sani­tà... »). Provate a immaginare: se i presunti responsabili della cor­ruzione fossero stati, per dire, due deputati del Pdl, la notizia non sarebbe stata forse divulga­ta con le fanfare? E Orlando e Saviano non ci avrebbero spal­m­ato su ampie dosi di indigna­zione? E allora perché stavolta s’indignano, al contrario, per il fatto che la notizia viene pubbli­cata? Non ci hanno raccontato che bisogna sempre denuncia­re le piccole e grandi Gomorre? Non abbiamo forse anche noi il diritto, come suggerisce sem­pre lo scrittore-eroe, di «spera­re in un'Italia migliore »?E l’Ita­lia migliore non è anche quel­la, per esempio, in cui i medici non rubano i soldi alle Asl? Per carità: che le accuse siano vere come al solito è tutto da dimo­strare.

Ma è singolare che i por­tavoce dei pm sc­ambino all’im­provviso un fascicolo d’inchie­sta per un «vile dossieraggio». Se di «vile dossieraggio» si trat­ta, in effetti, nel caso i responsa­bili sono i magistrati campani. Prego, citofonare Procura. Fra l’altro, dalle Procure di questi tempi abbiamo visto uscire di tutto con grande facili­tà: intercettazioni, verbali, sms. Sono state tirate in ballo persone del tutto estranee e in­nocenti, sono stati pubblicati atti prim’ancora che fossero ve­­rificati, documenti giudiziaria­mente irrilevanti e utili solo al­lo sputtanamento mediatico, sono stati annunciati indagati mesi prima che ricevessero l’avviso di garanzia e mai una volta che i paladini della legali­tà si indignassero per il «fan­go ». Al contrario s’indignano ora, che per il nonno di Gomor­ra s­i sono rigorosamente aspet­tati la conclusione dell’inchie­sta e il conseguente processo. Ripetiamo la parola così maga­ri la capisce anche Cascio: pro­cesso. Do you know , compare Leoluca? Mica sono suggestio­ni, ipotesi, deliri notturni alla Sara Tommasi.

Qui si parla di rinvio a giudizio. E dunque la domanda è una sola: il rinvio a giudizio per corruzione del pa­dre­di Saviano principe della le­galità, è una notizia oppure no? Capiamo che l’ex democri­stiano, ex retino (per il proto: senza c), ex ragazzo di Paler­mo, ex sindaco di Palermo, in­somma ex, e infatti oggi porta­voce dell’Idv, sia difficile capi­re e dunque anche capire che cos’è una notizia. Del resto lo diceva già Falcone, quando Or­lando cominciò a straparlare: «Se sa qualcosa faccia nomi e cognomi, citi i fatti, altrimenti taccia». Purtroppo, non ascol­tò mai il consiglio. Ha continua­to a parlare a vanvera. Pericolo­samente.

Come nel ’95,duran­te quella tragica trasmissione di Santoro, quando attaccò in diretta e senza diritto di replica il maresciallo Antonio Lombar­do, accusandolo di essere al servizio dei mafiosi. Il carabi­niere si tolse la vita pochi giorni dopo, lasciando scritto: «Mi so­n­o ucciso per non dare la soddi­sfazione a chi di competenza di farmi ammazzare e farmi passare per venduto».

E don Le­oluca, con quest’ombra sulle spalle, ha ancora il coraggio di parlare di «attacchi strumenta­li »? Lui, che infamò senza pro­ve, osa definire «fango» la noti­zia verificata di un processo? Possibile? E se dare conto di un processo è «macelleria media­tica »,allora la vita dell’Orlando furioso che cos’è? Un mattato­io? Una carneficina?

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