Leonardo pilota il supercaccia del futuro

Il velivolo atteso nel 2035. Il gruppo: "Centrale per sicurezza globale e innovazione"

Leonardo pilota il supercaccia del futuro
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Una collaborazione trilaterale accende il semaforo verde al super caccia di sesta generazione: un velivolo da combattimento dotato delle più innovative tecnologie e caratterizzato da una forte impronta tricolore.

L'italiana Leonardo ha infatti raggiunto un accordo con la britannica Bae Systems e la nipponica Japan Aircraft Industrial Enhancement Co Ltd per la costituzione di una joint venture paritetica incaricata di sviluppare il Global Combat Air Programme (Gcap), un progetto che metterà il caccia del futuro in produzione e poi dal 2035 su pista. L'accordo si basa su una partnership già avviata in ambito Gcap fin dal dicembre 2022 tra i governi e le industrie della difesa dei tre Paesi coinvolti. Nella joint venture, Leonardo, Bae Systems, Jaiec deterranno ciascuna una quota del 33,3%, unendo le rispettive capacità e competenze a vantaggio dello sviluppo dell'industria dell'aerospazio e della difesa.

Per il big italiano guidato dall'amministratore delegato e direttore generale Roberto Cingolani si tratta di un importante riconoscimento. «Stiamo tracciando la rotta verso una nuova era nel campo dei sistemi aeronautici e degli scenari multidominio, promuovendo una crescita sostenibile a lungo termine per le economie dei Paesi coinvolti», ha affermato lo stesso Cingolani, spiegando come l'accordo sia «il risultato di un intenso percorso reso possibile dalla condivisione delle nostre esperienze reciproche». La partnership ha infatti spiegato l'ad di Leonardo «oltre a migliorare le nostre capacità tecnologiche, rafforza anche il nostro impegno per la sicurezza globale e l'innovazione».

La nuova joint venture manterrà il ruolo di autorità di progettazione del Gcap per tutto il ciclo di vita del velivolo stesso, anche oltre il 2070, a dimostrazione delle solidità di un progetto che guarda a un orizzonte ampio e che presto potrebbe allargare il suo perimetro d'azione.

L'Arabia Saudita non ha infatti nascosto il proprio interesse a un possibile ingresso nella newco. La volontà di Leonardo è quella di apportare un importante contributo sia allo sviluppo tecnologico sia alla crescita industriale del nostro Paese.

Proprio a tale riguardo, il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, ha osservato come «l'impatto del Gcap sarà su vari stabilimenti in Italia, in particolare vedo un ruolo importante per Torino Caselle, Pomezia e Firenze». Saranno, ha proseguito, «toccati in positivo tutti i siti in cui si fa elettronica e avionica. Diverse migliaia di addetti lavoreranno al Gcap e continueranno le nuove assunzioni correlate al progetto, che solo nell'ultimo anno sono state centinaia». Mariani ha quindi rimarcato l'importanza di questa avventura: «Raramente ho visto una tale chiarezza di definizione del profilo finanziario. Siamo riusciti a mettere la nostra leadership su aree importanti del flight system e nella componente sensoristica. È un risultato importante e un'ottima partenza per il programma».

L'accordo trilaterale è progettato per massimizzare e far crescere congiuntamente la capacità industriale in ciascuna delle nazioni, con elementi di progettazione, sviluppo, e produzione distribuiti equamente tra esse. Il primo ceo a rotazione della joint venture sarà italiano.

L'avvio del progetto sul super caccia di sesta generazione è stato accolto con favore anche dal nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto.

«Grazie a questa partnership ha dichiarato l'esponente di governo - stiamo acquisendo un sistema di nuova generazione che garantirà un significativo impulso all'industria aerospaziale italiana, generando innovazione e opportunità per le future generazioni».

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