Attraversare uno dei ponti tibetani sospesi nel vuoto, tra i Sassi di Matera, o lanciarsi a una velocità di 120 chilometri orari sopra le Dolomiti Lucane, su uno slittino a 400 metri di altezza tra le rocce, grazie al Volo dell'Angelo. Ma anche lanciarsi con il parapendio in tandem oppure in solitaria con il volo in tuta alare, o provare l'esperienza del bungee jumping, del canyoning o della fionda umana. La voglia di adrenalina è sempre più forte e l'estate è il momento migliore per provare esperienze di questo tipo: in volo, in acqua o a terra. Aumenta a ritmo esponenziale il numero di coloro che vogliono assaporare esperienze estreme. Ma cosa spinge l'essere umano a vivere avventure adrenaliniche?
IL VOLO DELL'ANGELO
Tre chilometri di adrenalina, a una velocità massima di 120 km orari: un senso di leggerezza e libertà, per ammirare le meraviglie delle Dolomiti Lucane. Il Volo dell'Angelo è il primo impianto italiano a moto inerziale e il più lungo di Europa, tra i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa, due tra i più belli d'Italia, nel cuore della Basilicata. Si vola tra guglie di roccia, querce e borghi incastonati nella pietra, lungo un carrello che scorre su un cavo d'acciaio. Alla stazione di partenza campeggia una scritta: è quella di Leonardo Da Vinci «Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare». Poi iniziano le operazioni di «imbracatura», si viene messi in posizione orizzontale e il peso del corpo contribuisce a portare velocità e a raggiungere l'estremo opposto. «In questi due mesi abbiamo avuto già più di duemila persone - spiega Donatello Caivano, amministratore unico Consorzio Volo dell'Angelo -. Dopo due anni abbiamo richieste anche dall'estero: dall'Inghilterra, Svizzera, Francia ma anche America e Australia. La fine della pandemia ci ha permesso di avere il 13-14% in più di turisti stranieri». Due le stazioni di partenza e arrivo, posizionate a diversa altitudine, rispettivamente di 118 e 130 metri. La prima, parte da Pietrapertosa (la quota di partenza supera i 1000 metri) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo 859 mt) dopo aver percorso 1415 metri e raggiungendo una velocità massima di 110 km/h. La linea Paschiere, invece, permette di lanciarsi da Castelmezzano (il punto di partenza si raggiunge con una camminata di 20 minuti; quota di partenza 1019 metri) e arriva a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 metri), su una distanza di 1452 metri. Si può volare da soli o in coppia (gli avventurosi devono avere almeno 16 anni) per sentirsi come Icaro, realizzare una piccola follia o ricaricarsi con una bella dose di adrenalina. Uniche precauzioni: pesare dai 40 ai 120 kg per il volo singolo e massimo 150 kg per il volo in coppia e non avere problemi al cuore. (https://www.volodellangelo.com). Il Volo dell'Angelo viene scelto sempre di più per gli addii al nubilato e al celibato. «C'è un vero e proprio boom spiega Caivano - si può fare in coppia, così magari la sposa potrà librarsi in cielo insieme alla sua testimone di nozze. È bello vederla spiccare il volo con il velo al vento». Un'esperienza simile si può vivere con il Volo del Dahu, in Val Germanasca, nel torinese. Si sfreccia a oltre 100 km orari, a più di 150 metri dal suolo. La zipline (ovvero il cavo d'acciaio per sfrecciare sopra agli alberi) omaggia, nel nome, il leggendario animale di queste terre (per molti realmente esistito) e caratterizzato dall'avere le gambe a valle più lunghe di quelle a monte per percorrere meglio le montagne coniche. Qui ci si lancia a tutta velocità per un volo di 800 metri.
Non ci sono limiti di età, solo di peso (tra i 50 e 120 chili), e di altezza (da un metro e cinquanta in su: anche i bambini e ragazzi sopra questa altezza, dunque, possono provare). (https://ilvolodeldahu.com).
RAFTING E FIONDE UMANE
Il Bungee jumping resta una delle esperienze più adrenaliniche che esista. Tra Milano e Torino è attivo dal 1995 il Bungee Center Veglio. Qui svetta il ponte da dove lanciarsi: 350 metri di lunghezza per 152 di altezza nel suo punto massimo. «Accogliamo ogni anno migliaia di appassionati da tutta Europa dice Michele Morganti, responsabile comunicazione Bungee.it - in una location spettacolare, con la professionalità di un team collaudato e in un contesto turistico ricco di proposte». I 152 metri del grande viadotto, soprannominato «Colossus» per la sua imponenza, collegano due paesi della provincia di Biella, Veglio e Valdilana, nel cuore dell'Oasi Zegna. «Durante il salto prosegue Morganti - si possono raggiungere velocità verticali di quasi 30 metri al secondo con un'accelerazione negativa pari a 2.7 g. Non esistono particolari controindicazioni dal momento che, grazie all'evoluzione dei materiali e all'attenzione nel loro utilizzo, le sollecitazioni fisiche sono ridotte al minimo». Il Bungee Jumping nasce su ispirazione di un antico rituale d'iniziazione, praticato dagli abitanti dell'Isola di Pentecoste, in Oceania, che segna il passaggio dall'età adolescenziale a quella adulta e prevede un lancio, legati per le caviglie con una liana, da una torre di canne alta circa 25 metri. Il mondo intero viene a conoscenza del «Bungy Jumping» (così come viene denominato in Nuova Zelanda) solo nel 1987, quando A.J. Hackett si lancia illegalmente dalla torre Eiffel di Parigi. «La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare», racconta uno dei giovani che ha appena sperimentato il lancio. «Il salto è spettacolare, è una bella sfida, assolutamente da rifare, come un giro in giostra... lo rifaresti all'infinito», gli fa eco la fidanzata.
Ma perché l'essere umano ha voglia di adrenalina? «Perché c'è la voglia di sfidare sé stessi, la voglia di provare sensazioni uniche che sono, volendo, ripetibili. C'è infatti chi viene una volta nella vita spiega Morganti - ma abbiamo anche clienti che tornano ogni anno per il loro rituale, c'è chi ha saltato da giovane e ora viene con i figli. Abbiamo anche celebrato un matrimonio civile». Il pubblico? «Principalmente 20/30enni ma trasversale dal punto di vista socio-economico. Una curiosità: la maggior parte delle recensioni negative proviene da clienti per i quali abbiamo avuto problemi nella registrazione del loro video; una persona ci ha addirittura chiesto il rimborso dell'intero salto perché se non c'è il video è come se non l'avessi mai fatto». (https://www.bungee.it/). Da pochi anni è nata la fionda umana, un lancio vincolato in orizzontale, assicurati con un'imbragatura di sicurezza, capace di un'accelerazione da 0 a 100 km/h in mezzo secondo grazie a un elastico messo in tensione fra due pali verticali. Per chi invece ama l'acqua, si può sperimentare il rafting scendendo in velocità le cascate delle Marmore. Qui il Fiume Nera scorre rapido ribollendo sulle rocce per oltre tre chilometri, formando rapide di quarto grado, (da 1 a 6 le difficoltà del rafting). Presso il Centro Cascate Marmore si può praticare rafting o hydrospeed. Il primo si fa in gruppo su un gommone, sfidando le rapide del fiume Nera. Ma se l'adrenalina non basta, si può provare un'esperienza ancora più estrema, ancorati a un bob - l'elemento base dell'hydrospeed - e completamente immersi in acqua. C'è infine il canyoning, ovvero la discesa delle montagne attraverso gole e canyon: un percorso tra discese, scalate e tuffi. (https:// www.raftingmarmore.com).
ATTRAZIONI PER MILLENNIAL
Stanno nascendo a vista d'occhio in tutta Italia. E la richiesta è letteralmente impennata. I ponti tibetani sono delle strutture di collegamento costituite da tre corde intrecciate: due parallele, da afferrare con le mani, e una più bassa, per i piedi. Uno dei più lunghi del mondo è quello di Cesana Claviere, in Piemonte. Con i suoi 544 metri di lunghezza e 90 metri d'altezza dal suolo - nel punto massimale - offre uno spettacolo mozzafiato. A circa un'ora da Torino, sulle Gole di San Gervasio, ha un peso complessivo di 7.500 kg. La traversata su questa gola è davvero suggestiva. (https://www.claviere.it/it/la-stazione/estate/ponte-tibetano-cesana-claviere). Spostandosi a Sud, in Basilicata, troviamo il Ponte alla Luna, che fa parte del percorso dei ponti tibetani di Sasso di Castalda: si sviluppa sulle sponde del «Fosso Arenazzo». Dapprima si incontra il Ponte Petracca, lungo 95 metri e sospeso a circa 30 metri di altezza; poi il Ponte alla Luna: 300 metri di lunghezza e 102 di altezza.(http://www.pontetibetanosassodicastalda.com/ponte-alla-luna.html). Da segnalare anche il Ponte nel Cielo, il ponte tibetano più alto d'Europa, in Lombardia: alto 140 metri, largo un solo metro, si distende per una lunghezza di 234 metri.
L'idea che ne ha permesso la realizzazione era quella di agevolare il lavoro degli alpeggiatori. Alla fine, il ponte è diventato una meravigliosa attrazione per gli amanti delle emozioni forti. (https://pontenelcielo.it). Insomma, ce n'è davvero per tutti i gusti.
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