Lettera di Pisapia alle scuole, è polemica Il sindaco si ricorda solo di quelle pubbliche

C'è polemica fra i banchi di scuola di Milano. In una lettera agli studenti e agli insegnanti Pisapia cita gli articoli 33 e 34 della Costituzione con un chiaro riferimento alla scuola pubblica, dimeticandosi di quelle paritarie

Lettera di Pisapia alle scuole, è polemica 
Il sindaco si ricorda solo di quelle pubbliche

Milano - E' polemica sulla scuola fra il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il sindaco avrebbe inviato una lettera oggi nelle scuole di Milano in cui ricorda a studenti ed insegnanti il valore degli articoli 33 e 34 della Costituzione. Il primo parla di una "scuola aperta a tutti" e il secondo di "Enti e privati" che "hanno il diritto di istituire scuole... Senza oneri per lo Stato". Con queste citazioni Formigoni ha ritenuto doveroso richiamare l'attenzione del primo cittadino sul fatto che "il sistema scolastico in Italia è fatto da scuole statali e da scuole paritarie". "Non possiamo dare la nostra attenzione soltanto alle scuole statali" afferma il governatore. "Ho voluto segnalare rispondendo alla lettera del sindaco Pisapia che tutti i bambini e gli studenti sono meritevoli della stessa attenzione" continua Formigoni. E il governatore ricorda soprattutto la riforma Berlinguer che ha equiparato la scuola pubblica con quella paritaria. "Dopo la riforma Berlinguer le scuole statali e quelle paritariesono sullo stesso piano, anzi nei confronti delle scuole paritarie non c’è quel contributo economico che eppure la legge nazionale prevede. E soltanto la Lombardia dà una mano agli studenti delle scuole paritarie e alle famiglie con il buono scuola e il sistema delle doti", ha concluso Formigoni.

Subito dopo è arrivata la risposta di Pisapia che si dice meravigliato dalle parole di Formigoni.

"Mi meraviglio - risponde Pisapia - che qualcuno si meravigli del contenuto della mia lettera per l’inizio dell’anno scolastico. Ho solo citato due articoli della Costituzione della Repubblica italiana, una citazione che non dovrebbe creare stupore, specie nei rappresentanti delle istituzioni".

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