"Via quei termini offensivi". Riscritti pure i libri di Agatha Christie

I libri su Poirot e Miss Marple ritoccati nei passaggi potenzialmente offensivi: si allunga l’elenco degli scrittori colpiti dal politicamente corretto

"Via quei termini offensivi". Riscritti pure i libri di Agatha Christie

Cresce esponenzialmente il numero di vittime dell’immarcescibile follia woke. Da Roald Dahl a Enid Blyton, passando per J. K. Rowling e Ian Fleming: sempre più scrittori stanno finendo nel tritacarne del politicamente corretto. L’ultima penna finita nel mirino degli integralisti è quella di Agatha Christie, la regina dei gialli. Ebbene sì: i misteri di Hercule Poirot e Miss Marple sono stati in parte rielaborati con l’uscita delle nuove edizioni in inglese – pubblicate da HarperCollins – allo scopo di impiegare un linguaggio più inclusivo e meno offensivo per la sensibilità moderna.

Agatha Christie vittima della follia woke

Come confermato dal Daily Telegraph, è stato tagliato il linguaggio “potenzialmente offensivo”, inclusi insulti e riferimenti all’etnia. In particolare, sono stati rimaneggiati i passaggi che chiamano in causa i personaggi incontrati dai protagonisti dei romanzi di Agatha Christie al di fuori del Regno Unito. Via la N-word, via il termine “orientale”, via ogni riferimento alle caratteristiche fisiche dei personaggi. Anche la parola “nativo” è stata sostituita con la parola “locale”.

Con “Poirot sul Nilo” del 1937 la censura inclusiva si è sbizzarrita. Spariti tutti i riferimenti ai “Nubiani” e all’aspetto fisico dei caratteri non inglesi. Via i commenti su “occhi e nasi disgustosi” dei bambini, mentre il servo nero che deve fare silenzio non è più descritto come un uomo di colore ma solamente “impegnato a fare un cenno di assenso”. In “Poirot a Styles Court”, invece, è stato sacrificato un commento del celebre investigatore su “un ebreo”. Passando a Miss Marple, revisionato un passaggio del romanzo “A Caribbean Mistery” del 1964: rimossa la riflessione della detective su un impiegato dell’hotel, sui suoi “denti così belli e bianchi”.

Gli autori del Novecento rischiano grosso, nessuno escluso. L’ipersensibilità odierna spinge gli addetti ai lavori a scelte spesso insensate per evitare critiche e proteste.

Anche per questo è nata la figura dei sensitive readers, attivi soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito: lettori alla ricerca di termini e descrizioni potenzialmente offensive, con l’unico obiettivo di cancellare termini ed epiteti scorretti, anche a costo di rovinare il pregiato materiale di partenza. Per Agatha Christie non è una novità: il titolo originale di “Dieci piccoli indiani” era “Ten Little Niggers”, l’edizione americana ha deciso di modificarlo in “And then there were None”.

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