La leucemia mieloide cronica non fa più paura Guarisce quasi l’ottanta per cento dei pazienti

Le malattie ematologiche sono sempre più curabili. Per alcune forme di leucemia o linfoma, il 70-80 per cento dei pazienti raggiunge la guarigione completa. E oggi questo risultato sembra possibile anche per la leucemia mieloide cronica (quasi 50mila i malati in Europa, circa 800-1000 nuovi casi l’anno in Italia). A conferma arrivano i dati di uno studio internazionale (ENESTnd) che hanno rivelato come il 32 per cento dei pazienti in trattamento con un’ innovativa molecola, nilotinib, dopo 36 mesi, raggiunge la cosiddetta risposta molecolare completa. Vale a dire un livello di malattia minima residua, tale da non essere più riscontrabile la presenza di cellule leucemiche. «Alcuni pazienti, dopo aver smesso la terapia, non hanno più avuto recidive, sono cioè guariti, a tal punto da non avere più necessità di sottoporsi ai trattamenti»,spiega Giuseppe Saglio, ordinario di ematologia dell’università di Torino, direttore del dipartimento di medicina interna dell’ospedale universitario San Luigi di Orbassano-Torino. Nilotinib, approvato dall’Ema come trattamento di prima linea per i pazienti affetti da leucemia mieloide cronica Ph+, è in grado di inibire con maggiore potenza, selettività e rapidità la proteina BCR-ABL che è alla base del processo di trasformazione leucemica. Di recente la molecola è stata testata anche nello studio Gimema, in 73 pazienti di nuova diagnosi: a 4 anni, più dell’80 per cento ha ottenuto una risposta molecolare completa ed un solo caso di progressione della malattia è stato fino ad ora riportato.

«Oggi per la maggioranza dei malati c’è quasi sempre una speranza e del tutto eccezionali sono i casi nei quali, purtroppo, il medico può fare poco o nulla», afferma Franco Mandelli, ematologo, presidente nazionale dell’AIL, in occasione della presentazione della settima Giornata nazionale per la lotta contro le leucemie, linfomi e mieloma.

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