Ora tocca alle mucche. D'ora in poi anche loro dovranno contribuire alla lotta contro il riscaldamento del pianeta. Tra gli obiettivi degli eco-schemi, i progetti ecologici a cui la nuova politica agricola europea legherà, almeno in parte, i versamenti di sostegno agli agricoltori, ce ne sarà uno inedito e a prima vista sorprendente: si tratta di ridurre con degli appositi additivi alimentari la quantità di metano emessa dai ruminanti.
Tutto parte da una considerazione: si parla di solito di gas serra a proposito dell'anidride carbonica, ma di gas serra ce n'è anche un altro, il metano appunto. Anzi, quest'ultimo è, sotto certi aspetti, perfino peggio del primo: una tonnellata di metano causa 86 volte più riscaldamento della stessa quantità di anidride carbonica. Una cifra enorme che però non deve spaventare più di tanto: l'altra faccia della medaglia è che l'anidride carbonica resta in circolazione per centinaia e centinaia di anni, mentre il metano (formato da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno) svanisce fortunatamente nell'atmosfera in una dozzina.
Comunque sia, nel mondo si emettono tra i 550 e gli 850 milioni di tonnellate di metano all'anno. Più della metà (esattamente tra il 50 e il 60%), deriva da attività umane ed esattamente da tre tipi di attività. Più o meno un terzo è causato dal trattamento di combustibili fossili (estrazione e trasporto di carbone, petrolio, gas), un terzo da discariche, incendi, traffico, un altro terzo dall'agricoltura. E qui si arriva al dunque. Gran parte di questo tipo di emissioni è legata a microorganismi che vivono in due contesti diversi: le acque, povere di ossigeno, delle risaie e il sistema digerente delle mucche. Quanto alle risaie il sistema migliore per ridurre le emissioni è di ridurre al minimo indispensabile la loro irrigazione (risparmiando anche un altra risorsa importante come l'acqua).
L'80% delle emissioni agricole è però legato alle mucche. Per ridurle ci sono varie strade. Ci sono alghe che contengono sostanze che naturalmente frenano lo sviluppo dei microrganismi che producono metano. La controindicazione è che nutrire gli animali con queste alghe provoca una riduzione nella produzione di latte e carne. Esistono poi oli vegetali naturali che possono essere aggiunti alla dieta degli animali e che hanno la caratteristica di non provocare fermentazione. Infine c'è l'onnipresente chimica: l'industria farmaceutica sta sviluppando prodotti studiati ad hoc per ottenere l'obiettivo desiderato.
In tutti i casi, e in attesa di capire quale potrà essere la strada migliore da seguire per ridurre il secondo gas serra, le associazioni agricole non si sono dette contrarie in maniera
pregiudiziale a inserire tra gli obiettivi degli eco-schemi anche la riduzione delle emissioni di metano di provenienza bovina. L'unica richiesta è che l'adesione ai progetti sia per gli agricoltori del tutto volontaria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.