La libertà di stampa per l’Idv: querelare chi dà le notizie

Era tra i deputati che accompagnavano Antonio Di Pietro mentre sfilava davanti a Montecitorio vestito da mafioso, con tanto di coppola, sigaro e fazzoletto davanti al volto. Felice Belisario, capogruppo al Senato dell’Italia dei valori, ha querelato il Quotidiano della Basilicata per aver pubblicato una sua foto che lo ritraeva con coppola e sigaro nella stessa pagina in cui venivano scandagliati i malumori interni al partito dipietrista in Basilicata. Il racconto degli scontri con i colonnelli dell’ex pm Luigi De Magistris, dei tentativi di estromissione dei segretari provinciali di Potenza e Matera e i riferimenti a un articolo pubblicato da Micromega hanno fatto arrabbiare l’antiberlusconiano Belisario. Lui che era in piazza anche per la libertà di stampa. E che dopo le polemiche per Annozero aveva detto: «Le intimidazioni del governo a Santoro puzzano di regime. Ora arriva l’ennesima intimidazione di Berlusconi, palesemente illegittima, che ha incaricato Scajola di convocare i vertici della Rai». Per Belisario «c’è una differenza sostanziale tra chi, come noi, rispetta l’autonomia dei giornalisti e chi vuole mettergli il bavaglio». Nell’annunciare la sua partecipazione alla manifestazione aveva aggiunto: «Nonostante le aspre critiche e nonostante la minaccia di Vespa di non invitare più esponenti dell’Idv, non abbiamo mai pensato di chiedere la chiusura di Porta a Porta. È questa la differenza tra noi e Berlusconi. La libertà di stampa e l’indipendenza dei giornalisti sono in pericolo». Smentito. In una sua lettera inviata al direttore del Quotidiano della Basilicata, Paride Leporace, Belisario spiega perché ha deciso di querelare: «Sono quello che ha difeso, quando eravate attaccati, te, la tua testata, i tuoi cronisti; sono quello che ha difeso il capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo; sono quello che ha difeso De Magistris. Da allora, te lo assicuro, non sono cambiato e rifarei le stesse cose se dovesse essercene l’occasione. Sono sceso in piazza due settimane fa per la libertà di stampa, anche per la tua, ma la libertà di stampa è cosa diversa dal permettere a qualcuno di scrivere menzogne». Per queste sue posizioni pensava di essere immune da critiche giornalistiche. E ora che ha sentito addosso le attenzioni della stampa, è ricorso al bavaglio. L’ordine dei giornalisti lucano ha ritenuto «non condivisibile che il corretto rapporto con il mondo dell’informazione sia improntato a paventare nel migliore dei casi soluzioni di carattere giudiziario o anche risarcitorio.

Ciò non aiuta a sviluppare una proficua dialettica democratica che possa indurre a migliorare sia la qualità dell’informazione sia l’esercizio di pubbliche funzioni». Non ci saranno manifestazioni. Quelle vengono organizzate solo se a querelare è Berlusconi.

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