Licia Maglietta vedova scaltra e piena d’ironia

Licia Maglietta vedova scaltra e piena d’ironia

Il suo approccio al palcoscenico ha qualcosa di ancestrale, istintivo. Come se essere attrice e, prima ancora, donna fosse per Licia Maglietta una condizione privilegiata dalla profondità della quale emergere per affacciarsi sui sentimenti, sulle passioni, sui dolori di un femminile ora straziante e straziato ora, viceversa, ironico e grottesco.
Basti pensare ad alcuni recenti lavori dell’eclettica interprete quali Delirio amoroso, ispirato alle poesie dell’amata Alda Merini (ancora nel suo repertorio a oltre quattordici anni dal debutto), o Vasta è la prigione di Assia Dijebar, storia appassionata di una donna per la quale l’amore diventa sinonimo di libertà, o Manca solo la domenica, vicenda sospesa tra la vita e la morte tratta da Pazza è la luna della scrittrice siciliana Silvana Grasso.
E sempre all’immaginario amaramente surreale (ma non per questo poco realistico) dell’autrice di Gela, la Maglietta (indimenticabile interprete anche di pellicole di successo come Pane e tulipani, Luna Rossa, Agata e la tempesta) fa appello nel monologo intitolato Peripezie di una vedova che presenta questa sera ai Giardini della Filarmonica per la rassegna «I solisti del teatro» diretta da Carmen Pignataro.
L’omonimo libro - il cui titolo completo suona Sette uomini sette. Peripezie di una vedova) è stato pubblicato dall’editore Flaccovio nel 2006 e ci trasporta, sull’onda di un autobiografismo che si affida a un linguaggio mosso e divertente, nel perbenismo sociale della piccola comunità di Gela che si sente minacciata dalla vedovanza della protagonista e cerca in ogni modo di neutralizzarne i possibili effetti.
Fatto sta che Silvana sta al gioco e, deposti i fazzoletti delle lacrime e del lutto, si mette alla ricerca di un uomo capace di tranquillizzare gli animi (a cominciare dalle «rivali») e di rendere lei stessa soggetto d’una messinscena.
«Silvana - si legge tra le note - assegna i ruoli, decide tempi e luoghi del corteggiamento, incipit e necrosi degli amori. Si vivono, così, accadimenti al limite della follia. Ma veri». Come veri sono i sette maschi cui si allude nel titolo: sette esemplari di immaturità, opportunismo, insicurezza, inaffidabilità che certo non fanno onore al sesso forte.
Lei tuttavia non si arrende e aspetta la comparsa sulla scena dell’ottavo. D’altronde è una donna del sud intelligente e colta, che traduce dal greco, scrive libri, scava negli abissi della coscienza e nelle dinamiche dei sentimenti, rimanendo sempre ben salda alla propria femminilità. Motivo più che sufficiente perché Licia Maglietta decida di raccontarla dalle tavole di un palcoscenico: semplicemente, spontaneamente.


Con la sua personale sensibilità di artista. Con quegli occhi lucidi come il mare e il sorriso accogliente proprio di chi ha voglia di capire la miracolosa pazzia della vita.
Spettacolo alle ore 21.30. Informazioni: 06/3226538.

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