L'industria e il rebus dei cambiamenti climatici

Da tecnologie e ricerca scientifica le chiavi per dare una risposta. L'economia responsabile

Fabrizio de' Marinis

Venezia L'umanità sta giocando una partita decisiva per il suo destino. Quella del clima e di una nuova sostenibilità industriale e ambientale. E la risposta più plausibile, al momento, la stanno dando i Paesi asiatici, Giappone e Cina in testa, che stanno investendo enormi risorse sull'idrogeno per generare energia elettrica e da destinare ai sistemi di mobilità ibrida. Una via, questa, sempre più obbligata e urgente da percorrere - viste le gravi alterazioni climatiche in atto in ogni Continente - generatrice di una nuova economia di riconversione e di un nuovo paradigma di sviluppo, con volumi di ricchezze e investimenti interscambiati che, nel 2050, secondo gli studiosi, toccheranno e supereranno il triliardo di dollari. Cifre plausibili se si considera che nel 2018 gli investimenti nella sostenibilità e nell'abbattimento dell'anidride carbonica, si sono attestati sui 410 miliardi di dollari, a fronte degli 825 impiegati nel fossile. Si gioca al sorpasso. Nuove tecnologie, quindi, nuovi combustibili e griglie intelligenti di distribuzione e produzione di energia, nuovi motori e auto sempre più intelligenti.

Una diversa visione di un'economia cosciente delle grandi problematicità del pianeta e dei popoli che vi abitano, ha preso corpo nel quarto Simposio internazionale - promosso da Alcantara, uno dei più prestigiosi marchi mondiali, totalmente realizzato in Italia - a Venezia, sede della Venice International University (VIU), un consorzio tra oltre 20 delle maggiori università del mondo. A fare gli onori di casa, il presidente, l'ambasciatore Umberto Vattani che ha lanciato la VIU, quale nuova piattaforma osservatorio, permanente, per le criticità del clima.

Oltre 150 i partecipanti, tra scienziati di fama mondiale, docenti dalle università di ogni Continente e rappresentanti delle maggiori Case automobilitiche e motoristiche come Toyota, Audi, Honda e Kawasaki. Ospite d'onore Massimo Inguscio, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche. «Le grandi società industriali occidentali e orientali - dice - dovranno misurarsi con le incognite dei cambiamenti climatici, salvo affrontare sconvolgimenti imprevedibili. E una risposta, emersa a Venezia, è che certamente questa arriverà dalla ricerca scientifica e dalle nuove tecnologie che da essa deriveranno. L'Italia primeggia in questo e il CNR è attento a tutti i nuovi scenari».

Di accelerazioni tecnologiche nella sostenibilità, quali generatrici di una nuova economia ha parlato anche Andrea Boragno, presidente e ad di Alcantara. «Il simposio per noi ha concluso è stato di grande propositività e ne faremo una piattaforma permanente sulla sostenibilità».

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