«Essere non vedenti non significa rinunciare a vivere i propri sogni, le proprie speranze, la propria dignità di persona, di cittadino» questo il messaggio che l'Istituto dei ciechi di Milano ha diffuso per 170 anni. «L'Istituto Ciechi è un simbolo di Milano che da anni manifesta la generosità, l'impegno, la partecipazione dei milanesi. Sono i milanesi che lo hanno voluto fino a un presente di cui l'Istituto può essere orgoglioso. Un presente fatto di innovazione, di ricerca, di servizio, di impegno, secondo lo stile della nostra città» le parole del sindaco che ha partecipato ai festeggiamenti per i 170 anni della fondazione.
«Nel 1864 l'Istituto fu il primo in Italia ad adottare l'alfabeto Braille. Oggi - ha detto Letizia Moratti partecipando al convegno "Istituzioni per Ciechi a confronto tra passato e futuro" - è parte di una rete di eccellenza europea, dall'Institut National des Jeunes Aveugles di Parigi all Istituto federale ciechi di Vienna, al Royal National Institute of Blind People di Londra».
Il Comune di Milano collabora da sempre con l'ente diretto da Rodolfo Masto. Un esempio? Il progetto «porte aperte» in collaborazione con le Biblioteche dell'amministrazione, che garantisce la piena accessibilità informatica e libraria alle risorse informative nelle biblioteche in tutte le sedi. «Abbiamo quasi completato, con un investimento di 4 milioni di euro -ha spiegato il sindaco - l'implementazione del sistema informativo audio e della segnaletica su tutti i mezzi di superficie e sulle linee metropolitane, mentre le nuove metro 4 e 5 nasceranno già con i massimi standard di accessibilità per i non vedenti».
Infine Expo. Perché non mettere a frutto l'esperienza accumulata in quasi due secoli di orata carriera per rendere il sito di Expo a portata dei non vedenti? Si è chiesta il commissario straordinario, che ha lanciato l'appello: «La cecità è ancora oggi in numerosi Paesi legata al deficit alimentare, il tema di Expo. Saranno molte le realtà mondiali che lavoreranno a Milano su questo tema.
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