La Sardegna è una terra magica, a volte dura, ma in molti casi capace di regalare momenti di pura meraviglia. Chi raggiunge l'isola per turismo spesso guarda alle località più note e turistiche. Niente di male ovviamente, anche se qualche volta lasciarsi andare a luoghi meno di massa potrà aggiungere alla propria vacanza quel qualcosa in più.
Non soltanto per la minore frenesia nel cercare un posto libero in spiaggia o per evitare vicini di asciugamano troppo rumorosi. Andare alla scoperta dei luoghi più naturali e selvaggi della Sardegna si rivelerà un piacere per gli occhi, oltre che fonte di affascinanti scoperte.
Un buon punto di partenza è rappresentato dall'isola vulcanica di Sant'Antioco, nel Sulcis-Iglesiente. Collegata al resto della Sardegna da un tratto sopraelevato della Statale 126 Sud Occidentale Sarda, l'isola è ricca di spiagge apprezzatissime da sardi e turisti. Qui però è possibile trovare anche un ottimo esempio di come questa terra sappia unire storia, leggende e panorami mozzafiato.
Parliamo del Faro Mangiabarche, situato sull'omonimo scoglio, poco distante dalla costa di Tonnara. Si trova nella zona a nord-ovest di Sant'Antioco, nel comune di Calasetta. Un re solitario che si erge tra le onde del mare sardo, affascinante anche se particolarmente duro nei mesi invernali. In questo periodo forti venti spazzano il sud-ovest della Sardegna, spingendo le onde fin quasi a sommergere la sommità stessa del faro.
Il Mangiabarche può essere ammirato dalla costa di Sant'Antioco oppure a bordo di un gommone o di una piccola imbarcazione (prestando molta attenzione alle rocce sottostanti). Chi volesse provare a raggiungerlo a nuoto dovrà percorrere circa 400 metri. Prima di cimentarsi nell'impresa però è meglio tenere conto anche delle correnti, che potrebbero rendere più difficoltosa la traversata.
Che sia estate o inverno, il Faro Mangiabarche si rivela capace di catturare gli occhi e trasportare lontano, magari in qualche romanzo d'avventura per veri "lupi di mare". Spettacolo mozzafiato che non può che celare dietro di sé una storia a metà strada tra verità e leggenda.
Il Faro Mangiabarche, la Sardegna sospesa tra storia e leggende
Al largo della costa di Tonnara sono presenti tre isolotti: Mangiabarche, su cui è tutt'ora presente il faro; Mangiabarche di fuori, più distante dalla costa; Mangiabarche di terra, più in prossimità del litorale di Sant'Antioco. Data la posizione e le loro caratteristiche hanno rappresentato a lungo un pericolo per i naviganti.
Sembra che debbano il loro nome ai molti naufragi causati, che sono valsi a questi isolotti la nomina di veri e propri "mangiatori di barche". Semi-nascosti dalla superficie dell'acqua, quando la marea è più alta i tre Mangiabarche emergono soltanto con poche punte rocciose. Un'insidia a cui spesso era impossibile sottrarsi.
Secondo una leggenda locale il nome Mangiabarche deriverebbe anche dal particolare aspetto degli scogli, che farebbe pensare alla dentatura di un mostro marino. Nel 1935 venne costruito quello che venne poi battezzato col nome di Faro Mangiabarche, allo scopo di evitare che si verificassero ulteriori tragedie e incidenti.
Bianco e meraviglioso al mattino, quando il sole inizia a far risplendere la Sardegna, caldo e struggente quando il tramonto lo illumina di rosso e arancio.
Sono passati molti anni dalla sua costruzione eppure il Faro Mangiabarche è ancora lì, solitario e invincibile, capace di resistere alle onde del mare e al vento di Maestrale che spazza l'isola. Con quel suo spirito guerriero pervaso di romanticismo e nostalgia.Immagini di Pampuco
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