Nella Toscana meridionale, precisamente nel cuore della Val d’Orcia in Provincia di Siena, sorge il borgo di Pienza che tutti conoscono come esempio di città ideale del Rinascimento. Un luogo incantato che proprio grazie alla bellezza del centro storico rinascimentale è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO nel 1996.
La cittadina non ha avuto sempre questo nome, che ha sostituito l’antico toponimo di Corsignano per volere di Papa Pio II. Nato proprio nel piccolo borgo, infatti, Enea Silvio Piccolomini è stato eletto Papa nel 1458 e ha affidato a uno dei più abili architetti del Rinascimento la trasformazione del nucleo medievale in una città realizzata secondo i canoni della cultura umanista.
Proprio a Enea Silvio Piccolomini è legato il nome di Pienza, infatti il Papa decise di abbandonare il nome Corsignano a favore di un toponimo che significasse “la città di Pio”, in suo onore. Sembra che nel febbraio del 1459, durante un viaggio intrapreso da Roma e diretto verso Mantova, Papa Pio II si sia fermato proprio nel suo paese natale decidendo poi di rinnovarlo totalmente al fine di sviluppare la sua residenza estiva, avviando un progetto triennale per trasformare il borgo in una città nuova, armoniosa e moderna.
La città ideale del Rinascimento
La costruzione della nuova Pienza è stata affidata a Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti. L’architetto, in particolare, seguì alla lettera i dettami riportati dal suo Maestro nel primo trattato sull’architettura del Rinascimento progettando una nuova organizzazione degli spazi focalizzata sulle piazze aperte e sui palazzi rinascimentali.
Piazza Pio II, ad esempio, ha una pianta trapezoidale studiata ad hoc per creare una prospettiva scenografica e dare risalto al Duomo e ai palazzi laterali costruiti in pietra di travertino, come palazzo Piccolomini, palazzo Vescovile e palazzo Pretorio. Sul trapezio si può intravedere un incastro geometrico perfetto, composto da nove rettangoli interi e quattro scomposti.
Una conferma della visione ideale di Pio II arriva anche dalle parole di Giovanni Pascoli, che vedeva Pienza “nata da un pensiero d'amore e da un sogno di bellezza”.
Pienza, i sette pozzi e il pecorino
Il borgo di Pienza vanta ben sette antichi pozzi perfettamente conservati, tra cui il noto Pozzo dei Cani collocato sempre sulla Piazza Pio II di fronte al Duomo, elemento che presenta ancora i capitelli corinzi e l’iscrizione dedicata a Papa Pio II.
Dal punto di vista gastronomico, Pienza è nota per la produzione del pecorino considerato una vera e propria eccellenza locale e di tutta la Toscana. Si dice che questo prelibato formaggio abbia origini molto antiche, legate agli Etruschi che potrebbero essere stati i primi a produrre il pecorino almeno secondo quanto riferito da Plinio il Vecchio.
Una tradizione proseguita nel corso dei secoli arrivando fino al Quattrocento, tanto che il pecorino di Pienza ha avuto tra i più celebri
intenditori anche lo stesso Lorenzo il Magnifico. Anche oggi, percorrendo le vie e le strade del borgo, è possibile imbattersi nelle numerose botteghe dove acquistare e gustare questo celebre prodotto caseario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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