Locali pubblici, il vetro alla riscossa

Patto tra grossisti della distribuzione, Confcommercio, Legambiente, produttori di bevande e aziende di smaltimento per sostituire i contenitori di plastica col vetro. Il Veneto farà da apripista. Poi toccherà ad Ancona, Salerno e ad alcuni quartieri di Roma

Locali pubblici, il vetro alla riscossa

Si parte in piccolo ma con un grande obiettivo: sostituire la plastica con il vetro in tutti i contenitori di bevande distribuiti nei locali pubblici (ristoranti, bar, alberghi). Eliminando così migliaia di tonnellate di un materiale inquinante con un altro ricilabile al 100 per cento. A fare da apripista a questo ambizioso progetto sarà Conegliano Veneto (Treviso) ma entro pochi mesi la sperimentazione verrà estesa ad altre città, come Ancona e Salerno e trattative sono in corso per estenderla ad alcuni quartieri di Roma. Tutto ciò grazie a un protocollo d'intesa appena siglato e che sancisce la nascita del progetto «Vetro indietro». A firmarlo le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa, Italgrob – Federazione italiana grossisti distributori bevande – e Fipe-Confcommercio – Federazione italiana pubblici esercizi - Legambiente, l'associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio, tre aziende leader nel settore della produzione di bevande, alcoliche e non – Sanpellegrino, Peroni e Pago – e Savno, Servizi ambientali Veneto Nord Orientale, il consorzio che da sette anni si occupa della gestione dei servizi di igiene ambientale nel Trevigiano.

Emergenza nazionale. Obiettivo? Promuovere e stimolare il ritorno all'utilizzo di contenitori in vetro «a rendere» per le bevande destinate al canale Horeca – acronimo di Hotellerie, Restaurant e Café, il circuito che comprende tutti i consumi di alimenti e bevande fuori dalle mura domestiche. Se dunque il problema dei rifiuti è oggi una delle emergenze nazionali e l'impatto delle materie plastiche (soprattutto per quanto riguarda gli imballaggi usa e getta di alimenti e bevande) rappresenta una delle voci di inquinamento più rilevanti, hanno ragionato i firmatari del patto, come si può intervenire?. «Con un approccio nuovo – spiega Giuseppe Cuzziol, presidente Italgrob, prima promotrice dell'iniziativa – che non lasci l'onere di trovare soluzioni alle sole istituzioni, ma coinvolga in primo luogo gli operatori economici di ogni settore».

Due anni di studi. Per questo quando Italgrob ha lanciato per la prima volta due anni fa l'idea di un progetto di ritorno a imballaggi «ecosostenibili» in collaborazione con la più grande associazione delle imprese del canale «away from home», la Fipe Confcommercio, ha immediatamente coinvolto i rappresentati di tutta la filiera del «beverage» senza dimenticare i consumatori, rappresentati a questo tavolo da Legambiente. Così si è arrivati, dopo due anni di lavoro e programmazione, a siglare il «protocollo» che sancisce la nascita del comitato e del progetto «Vetro indietro», mentre entro la fine dell'anno prenderà il via la prima fase della sperimentazione: un progetto pilota che coinvolgerà alcune città campione del Nord, del Centro e del Sud Italia, dove bar e pubblici esercizi introdurranno la vendita di bevande in «vetro a rendere» predisposte dai marchi aderenti. Il progetto prevede anche la stretta collaborazione dei consorzi di raccolta e smaltimento rifiuti delle città aderenti, cui spetterà il compito di fornire i dati sugli andamenti delle quantità di spazzatura prodotta.

A tutto campo. Un'analisi a tutto campo quindi, che sin dall'inizio ha coinvolto con grande successo anche Savno, gestore del ciclo integrato dei rifiuti urbani in 35 comuni nella Provincia di Treviso, tra i consorzi di raccolta e smaltimento più all'avanguardia d'Italia. Non a caso la prima zona a dare il via alla sperimentazione sarà proprio la provincia di Treviso, con il comune di Conegliano Veneto come capofila.

Università al lavoro. Lo scopo del progetto è valutare la fattibilità di un progressivo ritorno al «vetro a rendere» nel canale del fuori casa. I dati raccolti, sulle vendite, sui costi, sui rifiuti prodotti, saranno analizzati ed elaborati dal Centro interdipartimentale Ideas per lo sviluppo sostenibile dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

I risultati che emergeranno da questa fase di sperimentazione serviranno per allargare il tavolo di lavoro coinvolgendo le istituzioni nazionali e comunitarie per uno sviluppo sostenibile e una riqualificazione di tutto il canale dei consumi fuori casa.

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