La Lombardia è la regione dove il numero degli anziani è cresciuto di più in Italia. Sono il 13,8% in più, contro l'11% del resto del paese. Ed è qui il primato dei residenti centenari e ultracentenari. È (anche) per questo che oggi in Consiglio regionale verrà presentato e votato il disegno di legge (con primo firmatario Giulio Gallera e relatore Ivan Rota di Forza Italia) che propone di istituire la nuova figura del Garante degli anziani. Dove, per anziani, si intende tutti coloro che hanno compiuto i 65 anni. La «tutela» di cui parla la legge infatti riguarda solo in parte le fragilità di questa ampia fascia della popolazione. In gran parte - come si legge nel disegno di legge - «riguarda quella parte consistente di cittadini attivi, desiderosi di partecipare alla vita della società e ancora disponibili a offrire il proprio contributo di esperienza». Otto articoli e una persona già individuata che potrebbe assumere il nuovo incarico, cioè il Garante per i Minori che estenderebbe le sue funzioni. Il fine? Valorizzare gli over 65, promuovere, garantire e vigilare sulla piena attuazione dei loro diritti. «E siamo già in ritardo - spiega Iva Rota - perchè è una categoria che in questi anni è stata lasciata a se stessa. Basti ricordare periodo del covid, gli anziani hanno pagato un prezzo pesante sulla loro pelle». Se da una parte il nuovo Garante dovrà garantire la parità di accesso a tutti dei servizi di assistenza, dovrà anche vigilare affinchè i più anziani mantengano la propria libertà di scelta e di autonomia decisionale, evitando i rischi di cadere nella mani di qualcuno che li manipola o prevarica la loro volontà. In questo senso dovrà monitorare che non siano vittime di abusi e di maltrattamenti fino ad arrivare a denunciare fatti configurabili come reati perseguibili d'ufficio. Ma il nuovo Garante dovrà promuovere anche «la partecipazione e l'inclusione sociale attraverso forme di collaborazione con le istituzioni o con enti del terzo settore».
Ultimo ma non meno importante si dovrà occupare di «invecchiamento attivo», creando occasioni affinché «non vada perso tutto il loro bagaglio di competenze da trasmettere alle nuove generazioni. Così come già succede per i medici in pensione - conclude Rota - che possono essere richiamati negli ospedali».
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