da Milano
Altro che patria del cachemire e del lambswool: la Gran Bretagna teme un inverno al freddo perché mancano i golf cinesi. Gli inglesi, amanti degli indumenti in lana, sono preoccupati perché la quota di tessile importata dalla Cina nellUnione Europea è stata superata. «La quota è già stata raggiunta» per pullover, cardigan e altri gilet di lana, e milioni di altri capi sono bloccati sulle navi dentro i porti europei o asiatici, dice un portavoce dellAssociazione dellindustria tessile britannica. Secondo i dati del British retail Consortium (Brc), il valore complessivo della merce in attesa di entrare nella Ue è pari a 43 milioni di euro.
Alastair Gray, dell'ufficio del Brc a Bruxelles, dice che «gli abiti verranno a mancare nei negozi, ma il problema riguarda tutta lEuropa, non solo il Regno Unito». In seguito alle preoccupazioni di alcuni Paesi - lItalia in prima fila - per linvasione del tessile cinese in Ue, in giugno lUnione europea e la Cina hanno stretto un accordo amichevole, valido fino alla fine del 2007, con cui Pechino si impegna a limitare lesportazione di alcuni capi di vestiario.
Sembrava così terminata la guerra commerciale sulle quote dimportazione, ma ora sorgono problemi inversi. Problemi che, secondo una fonte europea, potrebbero essere risolti anticipando al 2005 una quota di abiti previsti per le importazioni dalla Cina del 2006. In attesa che questa soluzione possa diventare reale, «i grandi distributori o i grandi magazzini come la catena inglese Marks&Spencer o Tesco», dice Ralph Kamphoener, dellorganizzazione Eurocommerce di Bruxelles, rischiano di rimanere senza merce.
Kamphoener, dellEuroCommerce, fa notare che la situazione rischia di compromettere le relazioni fra i distributori europei e i loro fornitori cinesi, dato che i golf bloccati nei porti sono stati tutti ordinati e pagati in anticipo.
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