L'ora della verità per la Palin Stampa scatenata sulla ex miss

Secessonista, clientelare, il marito fermato per ubriachezza: la vice di McCain deve smentire i gossip

L'ora della verità per la Palin Stampa scatenata sulla ex miss

St. Paul - Ma chi è Sarah Palin? Inutile chiederlo ai consulenti di McCain. Dietro le quinte, in via confidenziale, allargano sconsolati le braccia. Non lo sanno nemmeno loro, mentre la stampa infila uno scoop dietro l'altro sulla famiglia della governatrice. E l'America si appassiona a una storia avvincente, inattesa, per molti versi sconcertante. Perché nelle ultime ore è emersa la verità che qualcuno aveva intuito sin dall'inizio: McCain ha scelto Sarah per istinto, all'ultimo minuto dopo aver scartato i suoi candidati prediletti. E soprattutto senza setacciare prima la sua vita privata e i suoi trascorsi politici. Errore incredibile, evidenziato dalla decisione di inviare ora (soltanto ora!), una dozzina di legali in Alaska per indagare. Prima si era accontentato di un solo colloquio a due e di una ricerca su Google per verificare che non avesse scheletri nell'armadio.

Dopo un primo sondaggio della Cnn che dava Obama e McCain alla pari dopo Denver, se ne accumulano altri negativi per il repubblicano: 48-40% per Obama secondo la Cbs, 51-45% per Rasmussen, 50-42% per Gallup. «Non posso credere che McCain abbia trascurato di fare i compiti», commenta attonito David Frum, il consulente che scriveva i discorsi di George W. Bush. E ora agli strateghi repubblicani non resta che incrociare le dita. Stasera la Palin parlerà alla Convention repubblicana. È il discorso della vita, che può spazzare via ogni dubbio sul suo conto. Ma intanto la stampa continua a scavare. Ogni giorno uno scoop, mentre l'opinione pubblica si divide, s'interroga, si diverte.

Prendiamo la notizia della gravidanza di Bristol, la figlia diciasettenne. Barack Obama ha invitato l'opinione pubblica, con toni accorati, a non tenere conto di vicende che riguardano la sfera privata dei candidati. Tutto inutile: sui blog, sulle radio, in famiglia non si parla d'altro. La base conservatrice, anziché prenderla male, ha reagito alla grande. «Sono cose che possono capitare a chiunque», «È un segno della volontà divina», «Dimostra la sua coerenza in tema di aborto», commentano i delegati alla Convention. Insomma, sempre più «Viva Sarah». Ma su Internet e nei talk-show fioccano le battute, perché la Palin si batte da sempre contro l'educazione sessuale e a favore dell'astinenza come metodo per prevenire le gravidanze indesiderate tra gli adolescenti.

Oops... E non è l’unico dettaglio imbarazzante. Sulle fotografie la famiglia Palin appare esemplare: bello lui, bella lei, cinque figli, di cui uno con la sindrome di Down. Sani principi e volti puliti. Una tipica famiglia americana, modernissima. Con qualche piccola, imbarazzante verità da nascondere. Il marito Todd, ad esempio, ha violato più di una volta i limiti di pesca e nel 1986, quando era già fidanzato con Sarah, fu arrestato per guida in stato di ubriachezza. Il primogenito è un bravissimo ragazzo: tra poche settimane partirà per l'Irak, ma la decisione di arruolarsi pare sia stata dettata più che dall'amore per la patria, dall'incapacità di proseguire gli studi: a scuola non ha mai combinato nulla. Un somaro in uniforme. La Palin oggi è una fervente repubblicana, ma fino al 1996 lei e il marito militavano nel Partito indipendentista dell'Alaska, una sorta di Lega Nord, con tentazioni secessioniste, il cui slogan è «Prima l'Alaska, poi l'America». Ha fama di riformatrice incorruttibile, eppure non è insensibile ai richiami campanilistici. Come governatrice ha chiesto sussidi federali per oltre 200 milioni di dollari a beneficio dei 7mila abitanti di Wasilla, il paesotto di cui è stata a lungo sindaco.

E con gli altri familiari i rapporti non sono sempre idilliaci. La suocera ha annunciato che voterà per Obama, mentre la Palin non ha mai perdonato all'ex cognato di aver abbandonato sua sorella e ha cercato di farlo licenziare. Una famiglia non sempre coerente, ma umana, afflitta da problemi simili a quelli di tanti altri americani. Chi non è preoccupato per la vivacità sessuale dei propri figli adolescenti? E quanti possono dire di non avere problemi con il marito o con il parentado? Insomma, paradossalmente, molti elettori potrebbero identificarsi con la vice di McCain. È l'opinione del sito Politico, che rincuora gli spin doctor repubblicani, ma non placa le loro angosce.

La candidatura di Sarah ha innescato un altro dibattito, più serio e potenzialmente devastante.

È possibile conciliare la Casa Bianca e l'educazione dei figli? Dove troverà il tempo di occuparsi di Trig, l’ultimogenito Down? «Non è possibile», rispondono le femministe, improvvisamente sensibili al buon senso e alla tradizione. «Assolutamente sì», replicano le donne conservatrici, che si scoprono carrieriste. Intanto Sarah tace e prepara il discorso. Chi sorprenderà stasera?

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