Comunque la si guardi, resta una delle pagine di sport più tristi del 2024. Olimpiadi di Parigi: ottavi di finale del torneo di boxe femminile, pesi welter, tra l'italiana Angela Carini e l'algerina Imane Khelif. Con l'africana accompagnata da una lunga striscia di sospetti, squalifiche, ricorsi e purtroppo anche maldicenze. In sostanza Imane è sospettata di essere in realtà un transgender, un'atleta (secondo molti addirittura senza apostrofo) che approfitterebbe di livelli anormali di testosterone per avere vantaggi sulle altre. Non a caso era stata sospesa dai mondiali del '23 in base però a un test misterioso e mai reso pubblico. Il problema è che la federboxe mondiale è ancor più screditata della pugilessa e il Cio, in base ai documenti in suo possesso, autorizza la Khelif a combattere con le donne. Il caso vuole che primo avversario sia la nostra Angela Carini che trova il coraggio (o la paura?, si chiede qualcuno) di denunciare la situazione, supportata dall'indignazione di molti politici italiani. Comunque sul ring non c'è storia: due cazzotti e l'Olimpiade di Angela finisce lì. Non finiranno invece le polemiche per la Khelif che vince l'oro su una scia di sospetti e accusa mezzo mondo (da Trump alla Meloni) di averla calunniata, salvo poi trovarsi prescelta come donna dell'anno da qualche giornale, oltre che scritturata per una serie su Netflix.
La nostra Angela invece è scomparsa dal panorama nazionale dopo essere stata abbagliata con mille proposte di risarcimento, ma anche insultata da chi l'ha vista come causa delle persecuzioni dell'algerina. Per entrambe uno scenario che sarebbe meglio dimenticare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.